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Advise Only – Usa o Europa, dove investire dopo le trimestrali

ADVISE ONLY – La pubblicazione delle trimestrali delle grandi aziende compone un quadro di generale incertezza sui mercati statunitensi per i prossimi mesi, anche se i fattori di rischio maggiori finora non hanno pesato molto sui risultati delle compagnie – In Europa il tallone d’Achille rimangono le società del settore finanziario.

Advise Only – Usa o Europa, dove investire dopo le trimestrali

Il 2015 è ricco di aspettative: il dinamismo del mercato azionario (Europe Stoxx 600 +9,9% YTD) ,nonostante la Grecia, suggerisce che gli investitori si attendono un’Europa finalmente pronta a ripartire.

Per la prima volta nell’ultimo anno, l’aggregato dei dati economici europei sta sorprendendo in positivo (ciò accade ogni volta che l’Economic Surprise Index è superiore a zero, vedi grafico) e il momentum sembra essere più favorevole all’Europa che agli Stati Uniti.

Nell’attuale contesto di bassi tassi d’interesse e politiche monetarie espansive, il clima finanziario rimane favorevole al mercato azionario. Ma, come abbiamo scritto nell’asset allocation di febbraio 2015, le occasioni d’acquisto sono sempre più rare e, mano a mano che cresce il numero di indici prossimi ai massimi storici, l’attenzione deve essere rivolta ai fondamentali.

Ecco allora cosa suggeriscono i risultati aziendali del quarto trimestre 2014.

Le trimestrali USA

Negli USA, i due maggiori fattori di rischio (petrolio e dollaro) non hanno pesato eccessivamente sui conti delle aziende. In aggregato, i risultati sono infatti soddisfacenti e i margini di profitto rimangono su livelli superiori alla media di lungo periodo. Inoltre, i risultati delle società maggiormente rivolte al mercato domestico sono stati migliori rispetto alle multinazionali incluse nell’indice S&P500.

A livello settoriale hanno brillato le società appartenenti al settore Sanità, le azioni industriali e quelle legate all’Information Technology.

Le società legate all’Oil & Gas hanno risposto al calo del prezzo del petrolio riducendo i costi e tagliando drasticamente i piani d’investimento. Così facendo, sono riuscite a remunerare gli investitori, ma i bilanci rimarranno sotto pressione anche nei prossimi trimestri. Infatti, se tra il terzo e quarto trimestre 2014 il prezzo medio di petrolio è crollato del 26%, agli attuali prezzi di mercato il calo può essere ancora più forte (-30%). Inoltre, l’apprezzamento del dollaro rimane un fattore d’incertezza per il management delle società.

Probabilmente, è per queste due ragioni che gli analisti stanno tagliando le stime di crescita degli EPS per i prossimi trimestri.


Le trimestrali in Europa

In Europa, invece, il miglioramento dei dati economici è accompagnato da forti aspettative di crescita degli utili e dei ricavi. Per il momento, però, i dati sono meno brillanti anche se, in aggregato rispetto all’ultimo trimestre, le società europee sembrano aver comunque fatto degli sforzi per migliorare i margini.

Il settore finanziario sembra rimanere il tallone d’Achille. Su oltre 60 società che appartengono al settore dei finanziari (cioè banche, assicurazioni e REIT) solo il 23% ha pubblicato degli utili per azione in crescita contro una media del 60% nel campione analizzato.

Infatti, oltre alle società legate al settore Oil&Gas, sono proprio le banche le società che appaiono maggiormente in difficoltà. Solo in Italia, nel quarto trimestre, le banche hanno generato più di €7 miliardi di perdite d’esercizio, di cui €4 miliardi legati alla sola Monte dei Paschi di Siena.

Investire in USA o in Europa?

La nostra esposizione al mercato azionario europeo rimane prudente e (credo) inferiore alla maggior parte degli operatori, almeno stando a quanto leggo in giro. Dal nostro punto di vista, infatti, alle attuali condizioni (vedi il riassunto delle valutazioni) non vale la pena assumersi del rischio Europa aggiuntivo – e, come sapete, noi facciamo molta attenzione alla gestione dei rischi.

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