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Acea, Iren, A2A: salgono gli utili nel trimestre

Acea ha archiviato il periodo con profitti in crescita del 32,5%, a 66,9 milioni – Iren ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 72,9 milioni (+24,5%) – A2A ha registrato profitti in crescita del 35% a 159 milioni

Acea, Iren, A2A: salgono gli utili nel trimestre

Il primo trimestre del 2016 si è chiuso con utili in rialzo per le utilities italiane. Acea, azienda multiservizi che gestisce il servizio idrico integrato nelle province di Roma e Frosinone, ha archiviato il periodo con profitti in crescita del 32,5%, a 66,9 milioni. L’ebitda è salito del 16,8%, a 177,4 milioni, mentre i ricavi sono calati del 6,3%, a 713,7 milioni, “principalmente – spiega una nota del gruppo –  per la strategia di selezione della customer base dell’energia, come peraltro dimostrato dal miglioramento della qualita’ dei crediti”. L’indebitamento finanziario netto è salito a quasi 2,17 miliardi dai 2,01 miliardi del 31 dicembre e dai quasi 2,14 miliardi del primo trimestre del 2015.

“I risultati del primo trimestre 2016 del gruppo Acea – si legge ancora nella nota – sono superiori alle previsioni. Si confermano le guidance 2016 già comunicate al mercato, al netto del sopra citato impatto positivo regolatorio relativo alle modalità di accounting nell’attività di distribuzione. Un aggiornamento delle suddette guidance sarà fornito a giugno, in seguito a una prima concreta applicazione – nel settore idrico – delle nuove componenti tariffarie relative alla qualità. Nei prossimi mesi, il Gruppo continuerà ad impegnarsi nell’opera di razionalizzazione ed efficientamento dei processi operativi attraverso un importante sviluppo dei sistemi informativi”.

Quanto a Iren, ha chiuso il primo trimestre con ricavi per 886,2 milioni (-3,6%) mentre il margine operativo lordo è salito a 239,1 milioni (+13,1%) e l’utile netto a 72,9 milioni (+24,5%). I debiti netti sono risultati pari a 2,551 miliardi ma al netto del cambio di perimetro derivante dal consolidamento di Trm, avrebbero registrato una contrazione di circa 50 milioni di euro. La società spiega i risultati con “il continuo processo di efficientamento che ha permesso di ottenere circa 19 milioni di euro addizionali legati alla crescita organica e al conseguimento di significative sinergie”.

Secondo Massimiliano Bianco, amministratore delegato del gruppo, “le ottime performance registrate nei primi tre mesi del 2016 devono essere lette congiuntamente ai positivi risultati con cui è stato chiuso il 2015. Il costante miglioramento degli indicatori economici e finanziari dà la misura dell’impegno e della capacità di Iren di focalizzarsi totalmente verso il raggiungimento degli obiettivi fissati nel business plan”. Per il neo presidente Paolo Peveraro, invece, “il primo trimestre del 2016 ha confermato la bontà delle iniziative operative e gestionali implementate nell’ultimo anno”.

Infine, fra gennaio e marzo A2A ha registrato ricavi pari a 1,287 miliardi (-6,6%), un mol di 314 milioni (-6,8%) e un utile netto in crescita del 35% a 159 milioni grazie ai benefici derivanti dalla scissione non proporzionale di Edipower. Al netto delle componenti straordinarie i profitti netti sarebbero rimasti sostanzialmente stabili, cioè pari a 113 milioni (da 117 milioni dell’anno scorso). La posizione finanziaria netta, negativa per 2,877 miliardi, è stata limata di 20 milioni rispetto a fine 2015. La società sottolinea che sul calo del mol hanno pesato soprattutto le business unit generazione e trading, penalizzate dal forte deterioramento dello scenario energetico. Sui conti 2016 la società stima che “l’esercizio possa concludersi in linea con quanto pianificato e senza scostamenti significativi rispetto al 2015”.

Alla crescita dell’utile netto di A2A, che ha raggiunto 158 milioni di euro, hanno contribuito i minori oneri netti per la gestione finanziaria (circa 10 milioni) e per il debito (4 milioni) e la contabilizzazione di una plusvalenza non monetaria di 52 milioni in relazione alla scissione non proporzionale di Edipower a favore di Sel. Inoltre ci sono stati un minor carico fiscale (circa 8 milioni) e un minor risultato delle minoranze nella montenegrina Epcg (circa 2 milioni in meno). A livello di mol, tengono le divisioni reti e calore e ambiente (rispettivamente -2,6% a -3,3%) mentre il contributo di generazione e trading, a fronte di uno scenario energetico sempre più difficile a livello di domanda e di prezzi, cala del 16% a 95 milioni. L’area commerciale vede invece un mol in crescita del 18% a 33 milioni.

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