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Accadde Oggi: il 24 gennaio 2008 cade il governo Prodi II sfiduciato dal Senato per le intemperanze di Mastella e soci

Prodi non ottenne la fiducia a causa dei voti contrari di Mastella e Barbato (Udeur), Turigliatto (Sinistra Critica) e di pochi altri. Dopo la sconfitta, con grande correttezza istituzionale, salì subito al Quirinale a dimettersi. “Ho chiuso con la politica italiana” disse dopo la fine del suo secondo mandato

Accadde Oggi: il 24 gennaio 2008 cade il governo Prodi II sfiduciato dal Senato per le intemperanze di Mastella e soci

Oggi, 24 gennaio, ricordiamo una delle tante crisi di governo vissute nel corso della nostra storia repubblicana. Durante il secondo mandato di Romano Prodi, il governo si trovò ad affrontare due crisi: la prima, nel febbraio 2007, fu risolta con il rinnovo della fiducia dopo il rinvio alle Camere da parte del Presidente Giorgio Napolitano; la seconda, invece, avvenuta nel gennaio 2008, si rivelò fatale per l’esecutivo.

Il 24 gennaio 2008, Romano Prodi, Presidente del Consiglio in carica dal 17 maggio 2006 (Governo Prodi II), si presentò al Senato per ottenere la fiducia, un passaggio questo che segnerà la fine del suo mandato. Infatti, quel giorno di sedici anni fa, Prodi non ricevette la fiducia a Palazzo Madama. In quella drammatica seduta, il leader dell’Ulivo ricevette 156 voti favorevoli, 161 contrari e 1 astensione su un totale di 319 votanti.

Decisivi i voti dell’Udeur

A decidere le sorti di Prodi furono i voti contrari di due dei tre senatori dell’UDEUR, Clemente Mastella (Ministro della Giustizia, le cui dimissioni innescarono la crisi) e Tommaso Barbato, oltre ai senatori Lamberto Dini (Liberal Democratici), Domenico Fisichella (indipendente), Franco Turigliatto (Sinistra Critica), Sergio De Gregorio (Italiani nel Mondo). Il senatore Giuseppe Scalera (Liberal Democratici) si astenne. Va notato che, a differenza della prassi attuale, l’astensione al Senato in quel periodo era considerata come un voto contrario.

La salita al Colle e le dimissioni

Dopo la mancata fiducia, lo stesso giorno, Prodi salì al Quirinale per presentare le dimissioni a Giorgio Napolitano, all’epoca Presidente della Repubblica. Le dimissioni furono accettate.

Successivamente, il 30 gennaio, Napolitano assegnò un incarico “esplorativo” a Franco Marini, presidente del Senato. Marini, però, non riuscì a formare un nuovo governo e così il 6 febbraio il Capo dello Stato decretò lo scioglimento delle Camere.

Durante i successivi mesi di agonia politica, il governo caduto continuò ad amministrare solo gli affari correnti, prima di cedere il passo a un nuovo esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, che ufficialmente assunse l’incarico l’8 maggio 2008.

L’addio alla politica

Dopo la fine del suo secondo mandato, Prodi il 9 marzo 2008, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate, dichiarò in un’intervista “di aver chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale”.

Dopo le elezioni, lasciò la presidenza del Partito Democratico (PD), in una decisione già comunicata al segretario Veltroni a marzo e resa nota il 16 aprile 2008.

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