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Abi: crescono prestiti a famiglie e imprese

Continua anche la ripresa del mercato dei mutui, +1,9% su base annua a fine 2016 – Il tasso medio sul totale dei prestiti è al minimo storico del 2,85% – Le sofferenze nette a fine 2016 registrano una riduzione di oltre il 2% su base annua.

Abi: crescono prestiti a famiglie e imprese

Crescono i prestiti a famiglie e imprese. A dirlo è il rapporto dell’Abi relativo al mese di gennaio, secondo cui le erogazioni a famiglie e imprese sono in crescita su base annua del +1,1%, in accelerazione rispetto al +0,9% del mese precedente, confermando la prosecuzione del miglioramento della dinamica dello stock dei finanziamenti.

Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a fine 2016, si conferma, anche per i finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l’impennata dei nuovi mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,9% rispetto a fine 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento).

Rimangono stabili sui livelli molto bassi raggiunti negli scorsi mesi i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela: il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,85%, minimo storico (lo stesso valore del mese precedente e a 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato all’1,55%, era pari a 1,54% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,10%, (2,02% a dicembre 2016, minimo storico e 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso.

Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a fine 2016 si collocano a 86,9 miliardi di euro, registrando una riduzione di oltre il 2% rispetto al picco di 89 miliardi di fine novembre 2015. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,89% a dicembre 2016 (era il 4,91% a fine 2015 e lo 0,86% prima dell’inizio della crisi).

Aumentano, invece, i depositi, che salgono di circa 49 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +3,7% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per quasi 66,5 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -17,8%).

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