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Millennials e stadi: la birra conquista l’Europa

Produzione di birra in crescita in Europa e in Italia, boom tra i giovani e legame indissolubile con il calcio: i dati Eurostat e AssoBirra raccontano un settore da miliardi di euro e sempre più centrale nella socialità

Millennials e stadi: la birra conquista l’Europa

Birra sempre più alla conquista dell’Europa, regina della socialità e gradita dai giovani e giovanissimi. La conferma viene da Eurostat che nel suo ultimo e recentissimo report certifica per il 2024 una produzione nella Ue di ben 32,7 miliardi di litri ad alta gradazione alcolica (dallo 0,5 per cento in poi). Rispetto ai volumi del 2023 si registra un aumento dello 0,6 per cento (circa 0,2 miliardi di litri). Un aumento che tocca addirittura l’11,1% per le birre con gradazione inferiore allo 0,5.

E l’Italia, nel contesto europeo, fa la sua parte. Certo, non può competere con produttori come Germania, Spagna e Polonia, i primi tre in graduatoria, ma è uno dei Paesi in cui la produzione è cresciuta di più (+5%) e come produttore è nono in Europa. 

Il mercato della birra in Italia

Dati AssoBirra alla mano, nel 2023 il mercato brassicolo italiano ha raggiunto un valore di 6,4 miliardi di euro in termini di vendite, con una produzione totale attorno a 20,3 milioni di hl. E oggi la birra in Italia genera un valore economico stimato in circa 9,4 miliardi di euro, pari allo 0,5% del PIL, dando lavoro – direttamente e nell’indotto – a quasi 120.000 occupati.

Nella Ue il consumo medio di birra si attesta attorno a  67 litri per persona all’anno, il valore pro capite più alto tra tutti i continenti. Da noi, il consumo pro capite è la metà, 34 litri annui nel 2023, in crescita ma ancora lontano dai 104 litri della Repubblica Ceca o dagli 85 della Germania. Tuttavia, se si considerano solo gli under 35, la cifra raddoppia (68 litri), avvicinandosi alle medie nordiche.

La birra si fa strada tra i Millenials

La birra si sta facendo strada soprattutto tra i Millennials (nati tra il 1980 e la metà del ’90) e la generazione Z (nati tra la fine del ’90 e il 2010). Un’altra indagine, questa volta AstraRicerche per Heineken Italia su un campione nazionale rappresentativo tra i 18 e i 45 anni ( appunto Millennials e Gen Z)) fotografa una realtà chiara: più della metà dei giovani (55%) indica la birra come bevanda preferita nei momenti di socialità, battendo soft drink (48,6%), vino (21,3%) e cocktail/superalcolici (20,6%). Tra i 18 45enni, 8 su 10 dichiarano di consumarla abitualmente in compagnia degli amici, con 1 giovane su 4 che esce almeno una volta a settimana per bere una birra. i motivi principali di tale preferenza per la birra si ritrovano primariamente nell’apprezzamento per il gusto di questa bevanda (52,1%), in seconda battuta perché fa parte delle abitudini (35,1%), poi perché è il drink ideale quando si è in compagnia (25,9%) e, infine, perché è perfetta in abbinamento al cibo (23,7%).

E se poi  è vero che “chi beve birra campa 100 anni” (come recitava uno slogan pubblicitario), non  c’è da stupirsi se- ancora  dati Eurostat alla  mano- l’Italia per far fronte alla sempre maggiore richiesta risulta essere il secondo Paese nella Ue a importare birra, dopo la Francia: l’anno scorso 0,7 miliardi di litri richiesti.

Birra e calcio, un connubio perfetto

E ora che riparte il campionato di calcio, per la birra arriva un altro momento esaltante: perché con gli stadi che si riempiono di tifosi, anche la birra avrà il suo spazio tra gli spalti. Perchè il connubio e’ ormai consacrato: senza birra non c’è partita. È la regola degli stadi di tutta Europa. E non è certo un caso che Heineken sia partner Uefa e sponsor della Champions League. Quanto a noi, sicuramente più di un tifoso ricorderà il Trofeo Birra Moretti, triangolare amichevole che dal 1997 al 2008 ha segnato l’inizio della stagione calcistica. 

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