A Siena sono giornate di fuoco e la calura estiva c’entra fino a un certo punto. Dopo il rinvio al 25 settembre dell’assemblea di Mediobanca, i vertici di Mps non hanno intenzione di lasciare nulla al caso. L’obiettivo principale è ora quello di ottenere il via libera dalla Bce all’offerta su Piazzetta Cuccia e realizzare nelle prossime settimane quella che, almeno per il momento, diventerà la più grande operazione bancaria dell’anno.
Mps-Mediobanca: ecco le prossime tappe
Dopo la benedizione ricevuta dal Governo, che a differenza di quanto accaduto con l’operazione Unicredit-Banco Bpm lo scorso aprile ha comunicato di non voler esercitare il golden power, e il via libera arrivato dall’Ivass, si attende ora la Bce, con la quale sarebbero in corso colloqui serrati. Secondo il Corriere, non sarebbe da escludere che l’autorità di Francoforte possa chiedere altri approfondimenti.
L’autorizzazione dell’Eurotower sull’ops lanciata a fine gennaio dal Monte dei Paschi su Mediobanca dovrebbe comunque arrivare entro la metà della prossima settimana. Si tratta del passaggio più atteso di un’operazione che potrebbe ridisegnare il settore bancario italiano. Poi, la strada potrebbe essere tutta in discesa, con l’arrivo a stretto giro dell’ok della Dg Comp europea e della Consob, atteso cinque giorni dopo.
Una volta ottenute tutte le autorizzazioni necessarie, Mps potrà rivolgersi al mercato, aprendo il periodo d’adesione all’offerta già a inizio luglio. Durata? Tre-quattro settimane in tutto.
Mps-Mediobanca: il nodo della soglia d’adesione
Più volte nel corso degli ultimi mesi, il Ceo di Mps Luigi Lovaglio ha affermato l’intenzione di raggiungere il 66,7% di Mediobanca. Un obiettivo confermato anche nei documenti inviati alla Consob. Negli ultimi giorni però sembra sempre più probabile che l’asticella si sposti un po’ più giù: al 50% più un’azione. Una soglia per la quale serve l’ok della Bce, ma che comunque pare raggiungibile dopo l’ascesa del fronte dei contrari/astenuti all’ops di Piazzetta Cuccia su Banca Generali emerso alla vigilia dell’assemblea di Mediobanca. Se questi ultimi aderiranno all’offerta, si supererebbe già abbondantemente il 40% di Piazzetta Cuccia.
A quel punto toccherà al mercato decidere il da farsi, tenendo in considerazione l’offerta, ai prezzi di chiusura di lunedì, presentava ancora uno sconto del 7,5%, una percentuale pari a circa 1,2 miliardi di controvalore. Un gap che potrebbe essere colmato almeno in parte, se Mps decidesse di aggiungere all’offerta una componente cash. Magari posta sul tavolo all’ultimo momento.
Sarà Mps a decidere su Mediobanca-Banca Generali?
In questo contesto, occorre considerare che l’assemblea di Mediobanca del 25 settembre potrebbe anche non tenere mai. Due i motivi: se l’ops di Monte dei Paschi su Mediobanca che dovrebbe partire a luglio andrà a buon fine, sarà Siena a decidere se procedere o no con l’ops su Banca Generali. In secondo luogo, se l’esito dell’offerta della banca toscana fosse negativo, Mediobanca non sarebbe più sotto passivity rule e dunque non avrebbe più bisogno di compiere il passaggio assembleare per decidere il suo destino. In entrambi i casi, il futuro di Mediobanca non si deciderà più a Piazzetta Cuccia ma a Rocca Salimbeni, nel cuore di Siena.
E Banca Generali? L’istituto guidato da Gian Maria Mossa sembra destinato a restare sotto passivity rule fino a quando, ma il condizionale è ormai d’obbligo, dovrebbe partire l’offerta lanciata da Mediobanca. Nel frattempo, lunedì il cda della banca si è riunito per discutere sugli effetti del rinvio e sulla validità dell’offerta di Piazzetta Cuccia.