Vergogna Italia. Difficile trovare un termine più morbido per apostrofare la debacle di Oslo, costata, con ogni probabilità, l’accesso diretto al Mondiale 2026. Obiettivo da centrare a tutti i costi, sia per questioni etiche (mancare il terzo di fila sarebbe inconcepibile) che economiche, alla luce di un danno devastante per tutto il sistema. Eppure, la squadra non sembra averlo capito, perché il disastro norvegese nasce ben prima delle 20.45 di ieri sera. Il caso Acerbi, le convocazioni di Spalletti, la comunicazione dello stesso, nulla lasciava presagire qualcosa di positivo. Guai però a dire che un Ko del genere fosse previsto: non lo era affatto e qualcuno, questa volta, dovrà risponderne sul serio.
Norvegia – Italia 3-0: azzurri umiliati da Sorloth, Nusa e Haaland, ora il primo posto è lontanissimo
Altro che ripartenza, altro che riscatto. A Oslo l’Italia crolla senza appello: 3-0 per la Norvegia, una lezione durissima, umiliante, e, diciamolo senza giri di parole, una figuraccia storica. Una prestazione indegna, da zero assoluto. Il cammino verso il Mondiale 2026 si complica subito, con lo spettro di un terzo flop consecutivo a guardarci minaccioso. Nel giorno in cui bisognava tirare fuori orgoglio e qualità, gli azzurri si sono squagliati come neve al sole. Un’Italia fragile, impalpabile, senza idee e senza cuore. Ma la disfatta norvegese non è solo colpa di chi va in campo. Luciano Spalletti, confermato sulla panchina azzurra dopo il disastro Europeo, ha responsabilità enormi. Il dito, però, va puntato anche più in alto: Gabriele Gravina, presidente Figc, è ormai su quella poltrona da troppo tempo. Serve un bagno d’umiltà (e forse anche un passo indietro) a tutti i livelli, perché questa squadra è senza alcun tipo di anima. La Nations League aveva dato un briciolo di ossigeno, ma è stato solo un’illusione. Adesso siamo con le spalle al muro: o cambiamo marcia subito, o ci aspetta (se tutto andrà bene) l’ennesimo incubo playoff. Contro una Norvegia dignitosa ma certo non irresistibile (38esima nel ranking Fifa, fuori dai Mondiali da Francia ’98), l’Italia non ha mai tirato in porta per 91 minuti. La Norvegia ha dominato in tutto con gioco, intensità, fame, mentre gli azzurri sono sembrati comparse spaesate. Il disastro è cominciato con Bastoni, che prima ha perso un pallone banale, poi ha tenuto in gioco Sorloth sul filtrante di Nusa per l’1-0. Poi è stato lo stesso Nusa a umiliarci, dribblando Rovella, mandando fuori giri Di Lorenzo e scaricando un missile che ha trafitto Donnarumma: 2-0. Il tris lo ha firmato Haaland, ovviamente, dopo un’altra palla persa a centrocampo da Tonali. Difesa da film horror, centrocampo inesistente, attacco sterile. Spalletti ha provato a cambiare con Frattesi per Rovella, poi dentro Lucca, Orsolini, Ricci, Dimarco, ma non è cambiato nulla. E dire che in campo c’erano il portiere del PSG campione d’Europa, giocatori dell’Inter, Udogie fresco di Europa League… eppure sembrava di guardare una squadra da retrocessione in Nations League C. La giustificazione della “stagione lunga” fa ridere: Odegaard, Nusa e Haaland ci hanno semplicemente dato una lezione di calcio, impegno e dignità sportiva. Noi, invece, a guardare. In silenzio. Con la testa bassa. Se questo è l’inizio del nostro percorso verso il Mondiale 2026, allora è meglio guardarsi allo specchio e fare i conti con la realtà, a cominciare da Gravina e Spalletti, i primi responsabili dell’ennesimo disastro azzurro.
Spalletti, aria di addio? “Ora penso alla Moldavia, poi parlerò con Gravina”
“Faccio capo a questo gruppo che ho scelto, c’è da migliorare perché non possiamo dare vantaggi agli avversari come fatto qui – il commento di Spalletti -. Si va avanti con questo gruppo e con questo progetto, è il migliore che abbiamo valutato. Gioco la prossima, poi parlerò con Gravina. Quando si sceglie di diventare il CT sei il responsabile, io sono il responsabile e ciò che portiamo in campo è responsabilità mia. Da qui in avanti c’è bisogno che cambi anche qualcosa io, perché proteggo e dico, ma poi ci vuole anche il giusto atteggiamento. Se la squadra mostra poca qualità, allora io sono un allenatore con poca qualità. Al primo contro-movimento li abbiamo lasciati andare… Parleremo con Gravina in riferimento alle scelte dal punto di vista tecnico. Lui mi ha dato la possibilità di essere CT e lo ringrazierò sempre, poi lui può fare ciò che gli pare. Ora devo pensare alla prossima partita, poi ripeto che parlerò con Gravina”.