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Cina, dazi fino al 75% su materie plastiche Usa, Ue e Taiwan. Ecco cosa significa

La guerra commerciale si sposta sul settore della plastica. L’impatto su componenti per auto, elettronica e apparecchiature mediche

Cina, dazi fino al 75% su materie plastiche Usa, Ue e Taiwan. Ecco cosa significa

La guerra dei dazi torna a galla e le ultime notizie dalla Cina ricordano che non è ancora risolta e che le contromisure continueranno in risposta a iniziative ritenute discriminatorie. Il settore colpito questa volta è quello della plastica. A essere interessate sono le importazioni della Cina da Unione europea, Stati Uniti, Giappone e Taiwan che da oggi sono gravate da una sovrattassa tariffaria fino a quasi il 75%.

I nuovi dazi, imposti dal ministero del Commercio cinese, colpiranno in particolare le importazioni di copolimero di poliformaldeide (Pom) che possono sostituire parzialmente metalli come rame e zinco e trovare diverse applicazioni, tra cui componenti per auto, elettronica e apparecchiature mediche, ha detto il ministero.

Le conclusioni del ministero del Commercio arrivano al termine di un’indagine antidumpig avviata nel maggio 2024, poco dopo che gli Stati Uniti avevano aumentato drasticamente i dazi sui veicoli elettrici, sui chip per computer e su altre importazioni cinesi. A gennaio il ministero aveva dichiarato che le indagini iniziali avevano accertato l’esistenza di pratiche di dumping e ha implementato misure antidumping preliminari sotto forma di un deposito a partire dal 24 gennaio.

Agli Usa la tariffa maggiore. Per l’Ue al 34,5%

Il ministero ha indicato una scalettatura delle tariffe. Agli Stati Uniti è stata applicata la tariffa maggiore con un +74,9%. Per l’Unione europea la tariffa si ferma al 34,5%, per il Giappone al 35,5%, con un’eccezione per Asahi Kasei, che vedrà un dazio ridotto al 24,5%. Per Taiwan il dazio medio è del 32,6%, ma Formosa Plastics e Taiwan Polyplastics godranno di tariffe più favorevoli, rispettivamente 4% e 3,8%.

La decisine si inserisce in un contesto di maggiore distensione dei rapporti commercilali tra Usa e Cina. La scorsa settimana i due paesi hanno concordato una riduzione tariffaria di 90 giorni: gli Stati Uniti hanno ridotto i dazi sui prodotti cinesi dal 145% al ​​30% e la Cina ha abbassato i dazi sulle importazioni statunitensi dal 125% al ​​10%, alimentando le speranze di allentare le tensioni commerciali globali.

In relazione a ciò stamane JP Morgan ha alzato il rating sui titoli azionari dei mercati emergenti da “neutrale” a “sovrappeso”. “La de-escalation sul fronte commerciale tra Stati Uniti e Cina riduce uno dei principali ostacoli per i titoli azionari dei mercati emergenti”, hanno affermato gli analisti di JPM in una nota, aggiungendo che i titoli sarebbero stati ulteriormente favoriti da un indebolimento del dollaro nella seconda metà di quest’anno.

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