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Mondiali di sci a Cortina: ok dal Cts, ma impianti ancora chiusi

Il Comitato tecnico scientifico ha approvato il protocollo che consentirà lo svolgersi della manifestazione – Parere contrario, invece, alla riapertura degli impianti dopo il 18 gennaio

Mondiali di sci a Cortina: ok dal Cts, ma impianti ancora chiusi

I Mondiali di sci alpino a Cortina d’Ampezzo si faranno. Nonostante la pandemia, dal 7 al 21 febbraio nella cittadina veneta confluiranno 3.500 persone, di cui 600 atleti da 70 Paesi. L’evento, il più grande in Italia dall’arrivo del Covid, sarà a porte chiuse e si svolgerà seguendo un protocollo approvato dal Comitato tecnico scientifico.

Il principio di base è quello delle “bolle”, ambienti isolati per limitare al massimo i contatti con l’esterno. In tutto, saranno quattro: la bolla rossa per le squadre sportive, i tecnici impiegati nelle gare e il personale sanitario; la bolla gialle per i media; la bolla blu per le persone che si occupano dell’organizzazione e dello svolgimento dell’evento (comprese forze dell’ordine e fornitori) e la bolla verde per ospiti e autorità.

Il protocollo prevede inoltre un alto numero di test Covid, da effettuare prima e durante l’evento. In particolare, tutti gli accreditati saranno sottoposti a tamponi rapidi ogni tre giorni. I positivi saranno sottoposti a test molecolari, che in caso di conferma del risultato porteranno alla quarantena obbligatoria.

Gli impianti di risalita potranno essere utilizzati contemporaneamente soltanto da persone appartenenti alla stessa bolla. Previste in fine misure per impedire che i partecipante e i turisti possano incrociarsi negli alberghi o in altre strutture (gli hotel, ad esempio, saranno assegnati a un unico team o a un gruppo di team).

Nonostante il via libera ai Mondiali di sci, i tecnici del Cts si sono pronunciati contro la riapertura degli impianti sciistici dopo il 18 gennaio, in linea con la posizione del governo. Il Comitato ha risposto anche a un quesito del ministero dello Sport sulla possibilità di far ripartire le attività sportive di base, tra le quali le palestre per gli anziani. Gli esperti, pur riconoscendo il danno di salute che si arreca ai cittadini tenendo chiuse queste attività, giudicano comunque la riapertura incompatibile con la situazione epidemiologica attuale.

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