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5G Huawei: dopo Uk anche la Francia esclude i cinesi

Una settimana dopo lo stop ufficiale di Londra, la Francia “scoraggia” gli operatori dall’acquistare apparati cinesi per la rete 5G, non concedendo il rinnovo delle autorizzazioni – Intanto il governo italiano, nel Decreto Semplificazioni, pone fine ai veti dei Comuni sull’installazione delle antenne.

5G Huawei: dopo Uk anche la Francia esclude i cinesi

Appena una settimana dopo il Regno Unito di Boris Johnson, anche la Francia si “schiera” con gli Usa nella corsa al 5G e decide, di fatto, di escludere il gruppo cinese Huawei dal proprio mercato. La notizia era stata anticipata da Les Echos ed è confermata dall’agenzia Reuters: gli operatori tlc transalpini, su decisione dell’Anssi (l’agenzia governativa per la sicurezza dei sistemi informatici), non potranno più rinnovare le autorizzazioni temporanee ottenute per utilizzare gli apparati per la rete 5G venduti da Huawei, lasciando così campo libero agli altri due fornitori, gli “occidentali” (più graditi a Washington, che li sta anche finanziando per arginare l’espansione tecnologica cinese) Nokia ed Ericsson.

L’escamotage trovato dalla Francia è in realtà molto contorto: Huawei non è stata ufficialmente bannata dal mercato, come ha tenuto a precisare anche il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, ma di fatto è così. Intanto, perché le autorizzazioni concesse agli operatori (SFR ​et Bouygues Telecom, che già utilizzano infrastrutture Huawei sul 50% della rete 4G) sono state molto più brevi rispetto al massimo legale di 8 anni. E poi perché, appunto, non saranno rinnovabili. Quindi di fronte a una collaborazione così breve e non prolungabile (una rete tlc ha una vita di circa 15 anni), viene di fatto più che scoraggiata l’ipotesi di legare a Huawei la costruzione della rete 5G. Un’infrastruttura tecnologica importantissima non solo perché abiliterà la quarta rivoluzione industriale, quella dei robot e dell’intelligenza artificiale, ma anche perché è sempre più terreno di scontro geopolitico, con gli Stati Uniti che non vogliono che la tecnologia cinese penetri nel mondo occidentale.

E l’Europa finora ha risposto “presente”. Se il Regno Unito è ormai fuori dall’Unione, non lo stesso si può dire della Francia, la cui decisione assume dunque un significato molto forte. Il tutto mentre la Germania continua a collaborare con il gruppo cinese e l’Italia si barcamena. Nemmeno da noi è arrivato uno stop ufficiale a Huawei, ma intanto Tim ha escluso il colosso cinese, indiscutibilmente all’avanguardia nella produzione di apparati per il 5G (ed economicamente conveniente), dalla gara per la parte core, cioè software e servizi. Gli esperti dicono che si tratta di una esclusione per motivi tecnici, ma intanto non è dato sapere come si stiano precisamente organizzando gli operatori.

Huawei, in Italia, è stata già scelta (insieme a Nokia ed Ericsson) da Tim, Vodafone e Wind Tre nella fase sperimentale del 5G. E sul 5G continua a puntare forte il Governo, che attraverso il Decreto Semplificazioni ha posto fine al potere di veto dei Comuni sull’installazione delle antenne. Ma da chi saranno acquistate le antenne?

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