Condividi

Unicredit in manovra: medita su Banco Bpm, spera nella Ue e incontra Caltagirone

Tanti dossier aperti per Unicredit in vista della pubblicazione dei conti. L’Ue potrebbe intervenire (aiutando Piazza Gae Aulenti) su Banco Bpm. Orcel incontra Caltagirone a Milano

Unicredit in manovra: medita su Banco Bpm, spera nella Ue e incontra Caltagirone

Sono giornate incandescenti per Unicredit che domenica riunirà il consiglio d’amministrazione per approvare i conti del primo trimestre, ma soprattutto per decidere, forse definitivamente, cosa fare con l’ops lanciata su Banco Bpm: andare avanti o ritirare un’offerta che ha registrato più di un intoppo, dal no della Bce al Danish Compromise su Anima fino ai paletti pesantissimi imposti dal governo tramite la procedura del Golden Power.

Golden power: qualcosa si muove a Palazzo Chigi

E proprio sui poteri speciali potrebbe aprirsi qualche spiraglio a Palazzo Chigi. Secondo diverse indiscrezioni, si sarebbe aperto un dibattito interno alla maggioranza, con Forza Italia che starebbe nuovamente spingendo per intavolare una trattativa che potrebbe portare a un ammorbidimento delle prescrizioni, lasciando l’ultima parola al mercato, e Lega e FdI che invece mantengono il punto, insistendo con un dirigismo politico che rappresenta un unicum nella storia finanziaria italiana. Si parla anche di un possibile incontro tra il Ceo di Piazza Gae Aulenti Andrea Orcel e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti o, addirittura, direttamente tra il manager e la Premier Giorgia Meloni, possibilità che però non piacerebbe per niente alla Lega, intenzionata a mantenere intatte le prescrizioni imposte a Piazza Gae Aulenti.

Il possibile intervento della Bce su Unicredit-Banco Bpm

Ma le diverse opinioni interne alla maggioranza non sarebbero l’unico problema che l’Esecutivo potrebbe trovarsi ad affrontare nei prossimi giorni. Come spiega Repubblica,  “sul tavolo, infatti, c’è un altro tema sensibile: l’atteggiamento dell’Europa. La Commissione Ue ha in mano l’arma per revocare la decisione del governo sull’Ops Unicredit-Banco Bpm”.

Si tratta dell’articolo 21, comma 4, del regolamento 139/2004 sul controllo delle concentrazioni, che stabilisce che “nel momento in cui un’operazione è notificata all’autorità europea per la concorrenza perché supera determinati livelli di fatturato, questa autorità, cioè la Direzione generale per la concorrenza, decide a tutti gli effetti se l’operazione può andare avanti”, evidenzia il quotidiano. A questo i singoli governi possono decidere di adottare misure per tutelare gli interessi nazionali, ma questi ultimi “devono essere compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto comunitario”.

In poche parole, l’ultima parola spetta alla direzione generale della Concorrenza Ue che decide se gli interventi degli Stati sono compatibili con le norme comunitarie. Il responso dell’Autorità potrebbe arrivare entro il 18 giugno, vale a dire cinque giorni prima che si concluda l’ops di Unicredit su Banco Bpm.

Orcel incontra Caltagirone

Ma quella con Piazza Meda non è l’unica partita aperta per Unicredit. Ci sono anche la scalata di Commerzbank, che oggi ha pubblicato conti sopra le attese, e Generali, di cui Piazza Gae Aulenti possiede una quota del 6,7%. Ed è proprio in questo contesto che potrebbe inserirsi l’incontro avvenuto ieri a Milano e riferito da Dagospia, tra Andrea Orcel e Francesco Gaetano Caltagirone, imprenditore romano tra l’altro molto vicino alla Premier Meloni. Orcel all’ultima assemblea di Generali chiamata a rinnovare i vertici della compagnia ha votato – sorprendendo tutti – a favore della lista Caltagirone. La vicinanza tra i due manager non è sfuggita al mercato e le elucubrazioni su quali siano stati gli argomenti di conversazione, da una possibile intercessione di Caltagirone col Governo su Banco Bpm alle prossime mosse sul Leone, si sprecano. Ciò che è certo è che Orcel farà di tutto per uscire dall’impasse attuale. 

Nel frattempo, in attesa dei conti che saranno presentati lunedì, la banca ha ricevuto dalla Bce l’autorizzazione ad eseguire la seconda tranche del buyback 2024 per un massimo di 3,6 miliardi di euro. Lo comunica lo stesso istituto milanese che in una nota precisa che, insieme ai dividendi 2024 già pagati, ciò porterà la distribuzione per l’anno solare 2024 a 9 miliardi senza intaccare il Cet1, pari al 15,9% al 31 dicembre, grazie alla forte generazione di capitale organico. 

Commenta