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Unicredit, cresce la fronda
anti-Ghizzoni

Acque agitate al vertice di Unicredit in vista del rinnovo della cariche all’assemblea di primavera: dopo Del Vecchio, che è ormai diventato lo Zamparini della finanza, anche Palenzona si schiera per il ricambio alla guida della banca ma la partita resta aperta e per ora i fondi internazionali, i consiglieri di estrazione tedesca e Carimonte sembrano dalla parte dell’ad.

Unicredit, cresce la fronda <br>anti-Ghizzoni</br>

Cresce la fronda anti-Ghizzoni al vertice di Unicredit in vista dell’assemblea di primavera che dovrà rinnovare le cariche alla testa della banca. Il vicepresidente Fabrizio Palenzona, che in passato fu determinante nel chiedere la sostituzione di Alessandro Profumo, è sceso in campo ieri contro la conferma di Federico Ghizzoni alla guida di Unicredit: “Gli azionisti – ha detto Palenzona . non si commentano, ma si ascoltano e io ho grande stima del cavalier Del vecchio”.

Proprio Leonardo Del Vecchio era stato il primo ad aprire il fuoco contro Ghizzoni, a cui alcuni azionisti rimproverano di aver presentato un piano industriale troppo morbido che non è valso a riportare in quota il titolo della banca a Piazza Affari. Ma, al di là del merito, Del Vecchio si sta guadagnando la fama di ammazza-ad, un po’ come il presidente del Palermo Maurizio Zamparini nel calcio, dove ha cacciato 34 allenatori in 14 anni.

Del Vecchio, in due anni ha cacciato tre ad di Luxottica  (Guerra, Cavatorta e Adil Khan), ma in precedenza era stato decisivo anche nel chiedere la testa di Giovanni Perissinotto alla guida delle Generali, di cui è azionista, con un’intervista di rara ineleganza proprio nel giorno dell’assemblea del Leone del 2012.

Vedremo come andrà ora a finire in Unicredit dove Ghizzoni è convinto di avere ancora dalla sua i fondi internazionali, Cariverona e i consiglieri di estrazione tedesca.

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