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Unicredit-Banco Bpm: nuovo scontro sulla richiesta di sospensione dell’Ops alla Consob

La richiesta di Unicredit alla Consob di sospendere per 30 giorni l’ops sul banco Bpm avrebbe destato diverse perplessità a Piazza Meda che potrebbe addirittura impugnare la decisione davanti al Tar

Unicredit-Banco Bpm: nuovo scontro sulla richiesta di sospensione dell’Ops alla Consob

Nuovo scontro tra Unicredit e Banco Bpm. Dopo i ripetuti scambi di accuse delle scorse settimane, stavolta il tema centrale è la richiesta presentata da Piazza Gae Aulenti alla Consob di sospendere per 30 giorni l’ops sul Banco in attesa di possibili novità sul Golden Power.

Secondo Milano Finanza, la mossa avrebbe destato diverse perplessità nei dintorni di Piazza Meda, con la banca guidata da Giuseppe Castagna che potrebbe addirittura portare la questione al Tar.

Banco Bpm e lo scontro sullo stop all’ops

L’articolo 102 comma 6b del Testo unico della finanza dà la possibilità di sospendere un’offerta in borsa “per un termine non superiore a trenta giorni, nel caso intervengano fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull’offerta”. 

Sarebbe proprio sulla base di questo articolo che Unicredit avrebbe chiesto alla Consob di sospendere l’ops su Banco Bpm per un periodo di 30 giorni. Quale sarebbe “il fatto nuovo?”. L’intervento a gamba tesa del governo sull’operazione, con i duri paletti imposti nell’ambito dell’istruttoria Golden power. Secondo l’istituto guidato da Andrea Orcel, infatti, l’intervento di Palazzo Chigi sarebbe un unicum, poiché mai in precedenza si era visto un tale coinvolgimento dell’esecutivo in un’operazione bancaria e questo può a tutti gli effetti essere interpretato come un fatto nuovo. 

La pensa diversamente Banco Bpm. Secondo una fonte vicina alla banca, citata da Mf, infatti, “che qui ci sia un fatto nuovo o non noto è da dimostrare. Il via libera del golden power era stato annunciato come condizione dell’offerta sin dal lancio nel novembre scorso”. 

A questo punto, la palla passa nelle mani della Consob, che potrebbe essere d’accordo con l’una o con l’altra banca decidendo di conseguenza sulla sospensione. I vertici del Banco, da parte loro, potrebbero cercare di influenzare la decisione dell’Autorità “attraverso consultazioni dirette o presentare argomentazioni e documentazione che dimostrano che i vincoli del golden power erano già noti e non costituiscono un fatto nuovo tale da impedire un giudizio informato sull’offerta”, spiega a Mf Flavio Notari, responsabile Tax, Technologies e Companies dello studio legale Orrick. Nel caso in cui la Consob dovesse decidere di sospendere l’ops, Banco Bpm potrebbe valutare la possibilità di impugnare la decisione davanti al Tar, sostenendo che la sospensione “non è giustificata e che danneggia gli interessi degli azionisti e del mercato, conclude Notari. La partita, in ogni caso, è ancora lunga.

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