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Unicredit, anche nell’Est Europa più finanziamenti alle imprese

Nei Paesi del Centro e dell’Est Europa ci sono le premesse per una robusta ripresa e Unicredit, leader in quelle aree, vuole fare la sua parte, sostenendo le imprese

Unicredit, anche nell’Est Europa più finanziamenti alle imprese

I finanziamenti alle imprese continueranno ad essere un’area di attività prioritaria per le banche che operano nell’Europa centro-orientale (CEE1) e dovrebbero evidenziare una ripresa moderata nei mesi a venire. Questa è una delle principali conclusioni cui è giunto il recente studio “Banking in CEE – Supporting Sustainable Growth and Innovation” redatto da CEE Strategic Analysis di UniCredit. Negli ultimi anni i finanziamenti alle imprese hanno attraversato una fase di debolezza nella maggior parte dei paesi CESEE2 apparentemente riconducibile al calo degli investimenti e, in parte, ai maggiori risparmi delle aziende. Nel 2015, tuttavia, la crescita dei prestiti ha evidenziato un’accelerazione in alcuni paesi. Nel contempo la struttura delle fonti di finanziamento delle aziende nella CEE indica che il ruolo dei titoli di debito potrebbe assumere maggiore importanza. Le esportazioni e i fondi dell’UE dovrebbero offrire nuove opportunità commerciali alle banche della regione. “Secondo le previsioni, il quadro economico in cui operano le banche dell’Europa centro-orientale dovrebbe rimanere complessivamente positivo.

Nella maggior parte dei paesi della regione assisteremo a una robusta crescita dell’economia, sia nel 2016 sia nel 2017”, ha dichiarato Carlo Vivaldi, Head of CEE Division di UniCredit. Secondo UniCredit Research, la crescita del PIL reale della CESEE dovrebbe raggiungere il 3,2% quest’anno e il 3,3% l’anno prossimo, dopo il 3,5%messo a segno nel 2015. Per la CEE le percentuali di crescita saranno rispettivamente dell’1,3% e del 2,6%, dopo lo 0,4% del 2015. Per il 2016 si prevede inoltre che la crescita economica si estenda a tutti i paesi CEE. 1 La regione CEE comprende Bosnia, Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Turchia, Ucraina e Ungheria. 2 L’Europa centrale e sud orientale (CESEE) corrisponde alla regione CEE escluse Russia, Turchia e Ucraina. “Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, il fabbisogno residuo di finanziamenti alle imprese nella CESEE è tornato positivo, rispecchiando modeste richieste di finanziamento dovute al calo degli investimenti e, in parte, alla crescita dei risparmi”, ha dichiarato Giorgio Marrano, Deputy Head of CEE Strategic Analysis di UniCredit.

In Bulgaria, ad esempio, nel periodo 2009 – 2014 l’aumento dei risparmi lordi conseguiti dalle aziende come frazione del PIL sono aumentati al 20,2% rispetto al 15,5% del periodo precedente 2004 – 2008,mentre in Ungheria tale valore è salito mediamente dal 14,1% al 17,6%.Mentre non tutti i paesi CESEE hanno evidenziato una crescita dei risparmi lordi delle aziende, la flessione degli investimenti è stata invece generalizzata. Si prevede che con il progredire della ripresa, anche i finanziamenti alle imprese risaliranno e che anche i ritardatari regionali miglioreranno. Sebbene l’erogazione di finanziamenti sia destinata a rimanere la principale fonte di finanziamento aziendale nella CEE, c’è spazio perché i titoli di debito assumano un ruolo più importante. “Negli ultimi anni, abbiamo osservato che in paesi come la Repubblica Ceca, la Polonia e la Slovacchia la quota di finanziamento mediante titoli di debito è aumentata leggermente.

La quota rimane comunque bassa nella maggior parte dei paesi”, ha notato Carlo Vivaldi. Di media la quota dei titoli di debito nei finanziamenti alle imprese si attesta all’8% nella CESEE, a fronte di un 10% nell’Europa occidentale e di un 43% negli USA. La Repubblica Ceca, la Polonia e la Slovacchia si collocano già sopra la media CESEE. La crescita delle esportazioni e una migliore capacità di assorbimento dei fondi UE potrebbero generare ulteriori opportunità commerciali per le divisioni corporate delle banche. Nella maggior parte dei paesi CEE, le esportazioni rappresentano infatti una frazione significativa del PIL, superiore a quella dell’area euro e alla media globale. Poiché l’area euro rappresenta il principale partner commerciale della regione, le esportazioni dovrebbero registrare dei robusti tassi di crescita, superiori alla media nella maggior parte dei paesi CEE sia nel 2016 sia nel 2017. I fondi dell’UE costituiscono un’importante fonte di finanziamento per le economie della CEE3 e le banche forniscono servizi di consulenza, co-finanziamento e intermediazione finanziaria. Nell’attuale periodo di programmazione 2014 – 2020, la Commissione Europea ha stanziato ai paesi della CEE aderenti all’UE oltre 200 miliardi di euro nell’ambito dei Fondi europei strutturali e di investimento. Circa 117 miliardi di euro sono destinati a sei paesi CEE: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria.

Dei fondi allocati il 20%, pari a 23miliardi di euro, sono destinati al finanziamento del settore privato, in cui le banche sono più coinvolte. “Circa 3,5miliardi di euro saranno implementati attraverso linee di credito approvate da UniCredit”, stima Carlo Vivaldi, Head of CEE Division di UniCredit. UniCredit re-investe 13miliardi di euro nella crescita organica del business CEE UniCredit si considera un investitore strategico e a lungo termine nell’Europa Centro orientale e intende sviluppare le proprie attività commerciali nella regione sia nel segmento corporate sia in quello retail. Dal 2007 la Divisione CEE ha reinvestito nella regione un totale di 13miliardi di euro nell’utile ante imposte. Nel 2015 il gruppo bancario ha acquisito oltre 1,2milioni di nuovi clienti in tutti i paesi della CEE in cui è presente e punta a rafforzare la base clienti al ritmo di un ulteriore milione l’anno fino al 2018. Nello stesso periodo, CEE CIB si propone di aumentare il numero di clienti corporate in ragione di circa 10.000 aziende l’anno. Secondo il Piano Strategico UniCredit investirà 1,2miliardi di euro per la digitalizzazione con l’obiettivo di rispondere alle nuove tendenze di comportamento della clientela e di ridurre i costi. Si prevede che il numero di utenti bancari dei servizi Internet raddoppi passando dagli attuali 5milioni a 10milioni,mentre il numero di utenti del mobile banking dovrebbe crescere dal milione attuale a 7milioni nei prossimi tre anni. Il volume dei prestiti CEE dovrebbe crescere di 20mld di euro e attestarsi a 106mld di euro nel 2018.

“Ci stiamo impegnando a fondo nel nuovo Piano Strategico e la sua attuazione sta rispettando pienamente la tabella di marcia, anche per quanto riguarda il previsto trasferimento delle partecipazioni CEE da Vienna a Milano entro la fine del 2016. Con questa operazione, intendiamo gettare le basi per una struttura di governance ancora più snella e una gestione del capitale e della liquidità ancora più efficiente all’interno del Gruppo”, ha sottolineato Carlo Vivaldi. 3 Questo gruppo comprende alcuni dei paesi entrati a far parte dell’UE nel 2004 e nel 2007, ossia Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria. UniCredit è il primo gruppo bancario dell’Europa Centro orientale sia in termini di rete, che di attività totali e di diversificazione geografica. La banca dispone di una rete capillare di circa 3.000 filiali in 13 paesi che genera approssimativamente un quarto dei ricavi totali. Nella CEE UniCredit serve più di 26.000 clienti corporate internazionali. In Germania, Italia e Austria, 2 clienti corporate internazionali su 3 che operano nella CEE sono clienti dei Centri Internazionali di UniCredit. Il gruppo bancario vanta un’esperienza consolidata pluriennale nella gestione di programmi con fondi statali e comunitari nella regione CEE, con cui ha generato linee di credito per oltre 2mld di euro dedicate a progetti finanziati dalla UE e sostenuto altri accordi per un valore superiore a 1,3 mld di euro sottoscritti con il Fondo Europeo per gli investimenti nel primo periodo di programmazione 2007 – 2013. UniCredit ha così supportato oltre 8.000 aziende della CEE, principalmente PMI, con fondi dell’UE e strumenti finanziari.

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