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Una ‘lista nera’ in Brasile

Nel paese sudamericano non rispettare i diritti dei lavoratori significa essere multati, venire esclusi dai benefici statali e non poter fare affari con i big dell’industria

Una ‘lista nera’ in Brasile

Le liste bianche o le liste nere non sono le sole che adornano le classifiche della virtù o del vizio (di solito in materia fiscale). In Brasile il governo pubblica una ‘Lista suja’, o ‘Lista sporca’, che nomina le imprese che sfruttano i lavoratori. L’ultima addizione alla lista consta di 48 nomi, portando il totale a 251. La presenza in questa lista comporta multe, esclusione da benefici statali (sussidi, prestiti, forniture…) e fino a 8 anni di prigione per i responsabili. Inoltre, un Patto nazionale, su base volontaria è sottoscritto da imprese ‘pulite’ che si impegnano a non avere nessuna relazione d’affari, diretta o indiretta, con qualsiasi compagnia presente nella ‘Lista Suja’. I firmatari di questo patto includono grandi imprese come Walmart, Carrefour, Vale, Pão de Açucar e McDonald’s. Questa iniziativa del governo brasiliano è stata definita ‘esemplare’ da Ms. Gulnara Shahinian, ‘Special Rapporteur for Contemporary Slavery’ delle Nazioni Unite.

http://riotimesonline.com/brazil-news/rio-politics/brazil-fights-modern-day-slavery/

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