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Ubi Banca: utili più che dimezzati, ma superiori alle attese

I profitti trimestrali calano a 26,5 milioni di euro (-51,1%), ma superano le attese degli analisti – I ricavi operativi si attestano a 852,4 milioni, in progresso del 6,6% rispetto al primo trimestre dell’anno – Dal punto di vista patrimoniale il gruppo ha requisiti in linea con Basilea 3.

Ubi Banca: utili più che dimezzati, ma superiori alle attese

Gli utili calano, ma meno delle attese. Ubi Banca ha chiuso il secondo trimestre 2013 con profitti più che dimezzati su base annua, a 26,5 milioni di euro (-51,1%). Il risultato è comunque in linea con il trimestre precedente e addirittura superiore al consensus degli analisti elaborato dalla Banca, pari a 18 milioni di euro. Nel semestre gli utili sono stati di 52,9 milioni, in calo del 66,8% rispetto ai primi sei mesi del 2012.

Numeri che consentono al titolo in Borsa dell’istituto di viaggiare in controtendenza rispetto al settore bancario, ancora in sofferenza. 

Nel secondo trimestre i ricavi operativi si attestano a 852,4 milioni, in progresso del 6,6% rispetto al primo trimestre dell’anno. Il margine d’interesse continua a migliorare, salendo del 2,6% nel secondo trimestre sul primo, a 428,2 milioni. Tengono le commissioni, mentre è in deciso rialzo il contributo della finanza. Scendono i costi operativi, pari a 533,6 milioni, in calo dello 0,9% rispetto al primo trimestre. Ubi, inoltre, vede per i prossimi trimestri “un’ulteriore leggera ripresa del margine di interesse”.

Il trimestre è stato caratterizzato da una crescita congiunturale delle rettifiche di valore nette per deterioramento crediti, passati a 226,2 milioni dai 157,7 milioni del primo trimestre. Nell’intero semestre le rettifiche per deterioramento crediti sono salite a 383,9 milioni dai 334,4 milioni del primo semestre 2012, con un costo del credito annualizzato dello 0,84%, rispetto allo 0,70% rilevato nell’analogo periodo del 2012. 

Per il 2013 Ubi vede un costo del credito in termini assuluti “entro un livello inferiore al 2012”. Le sofferenze si attestano a 3,2 miliardi rispetto ai 3 miliardi di marzo scorso, con una crescita da ricondursi quasi totalmente all’iscrizione in sofferenza di un’unica posizione di 153 milioni.

Dal punto di vista patrimoniale il gruppo ha requisiti in linea con Basilea 3. A fine giugno il Core Tier 1 è al 12,1% e, stimato con le regole di Basilea 3, si attesterebbe a oltre il 10%.

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