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Ubi Banca, l’utile in crescita non basta: titolo ko in Borsa

Sale l’utile (del 33,2%), cresce il dividendo e migliora la situazione delle sofferenze – La trimestrale, che prevede anche un margine d’interesse in crescita nel 2016, non convince però la Borsa: il titolo è il peggior del Ftse Mib e finisce in asta di volatilità.

Ubi Banca, l’utile in crescita non basta: titolo ko in Borsa

Migliorano i conti di Ubi Banca, che archivia l’esercizio 2015 con un utile netto a 195,1 milioni di euro con una progressione del 33,2% sull’anno precedente, al netto delle componenti non ricorrenti. In crescita anche il dividendo: agli azionisti sarà proposta una cedola di 11 centesimi per azione rispetto agli 8 centesimi dell’anno scorso (+37,5%). Nonostante questo, a metà mattinata il titolo è il peggiore del Ftse Mib: perde più del 16% sotto i 3 euro per azione ed è finito in asta di volatilità.

Eppure dai conti non sono mancate altre indicazioni positive: il risultato netto consolidato, ade esempio, ammonta a 116,8 milioni rispetto alla perdita di 752 milioni del precedente esercizio a seguito della contabilizzazione di 883 milioni di impairment. Nel corso dell’esercizio Ubi ha anche rafforzato i coefficienti patrimoniali. Il Cet1 phase in sale al 12,08% rispetto al requisito Srep del 9,25%. Il Cet1 fully loaded si attesta all’11,62%. Nel corso dell’anno è migliorata la situazione delle sofferenze. I crediti deteriorati lordi sono scesi dell’1,6% a 13,4 miliardi mentre quelli netti canalo dell’1,9% a 9,7 miliardi. Inoltre sono in decisa flessione i nuovi flussi da crediti in bonis a crediti deteriorati, nel quarto trimestre -15% sul precedente e -25% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

L’evoluzione trimestrale del margine d’interesse di Ubi Banca nel 2016 è prevista in crescita rispetto al livello minimo dell’ultimo trimestre 2015. La banca, si legge in una nota, prevede che le commissioni nette beneficino anche nel 2016 del processo di ricomposizione della raccolta totale a favore del risparmio gestito e della graduale ripresa dei crediti alla clientela.

“L’unica cosa che ci interessa in questo momento di tempesta dei mercati è di dare la massima dimostrazione della solidità del nostro istituto e la generazione di sinergie al nostro interno. In questo momento non mi sembra un mercato che consenta di defocalizzarsi dalla banca per concentrarsi sull’M&A. Abbiamo fatto i nostri colloqui, abbiamo verificato se c’erano possibilità di questo tipo, queste possibilità a oggi non ci sono”. Lo ha dichiarato il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, rispondendo alle domande dei giornalisti.

Interrogato in particolare sulla possibilità di un’aggregazione con Mps, Massiah ha replicato: “In questo momento escludo un merger, in questo momento non ci sono le condizioni. Poi nella vita sono abituato a non escludere niente, quindi non si sa mai – ha aggiunto – Ma in questo momento abbiamo deciso di concentrarci su noi stessi”. Atteggiamento che l’istituto ha scelto di adottare sull’intero capitolo M&A: “Se si dovessero presentare occasioni per una vera creazione di valore siamo pronti a valutarle – ha spiegato Massiah – altrimenti se ci sono cose di eccessiva complessità non siamo assolutamente interessati”.

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