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Turismo d’estate, Taormina riparte ma mancano i big spender

Intervista a LORENZO MARAVIGLIA, Direttore del San Domenico Palace Four Seasons di Taormina – “Abbiamo riaperto quest’anno e stiamo ottenendo risultati molto buoni” – “Da noi il tasso di occupazione è pari al 60-70% ma mancano ancora i portafogli importanti che a Taormina fanno la differenza” – “Alzare i prezzi sarebbe una forma di masochismo” – La novità dell’ingresso nel circuito Four Seasons

Turismo d’estate, Taormina riparte ma mancano i big spender

Il San Domenico Palace è l’hotel più antico e prestigioso di Taormina, meta italiana imprescindibile per il Grand Tour di reali e nobili e per decenni punto di riferimento per scrittori, intellettuali e stelle del cinema come Audrey Hepburn e Ingrid Bergman. È dalla sua terrazza panoramica che nel 2017 i leader dei sette Stati economicamente più avanzati del pianeta hanno assistito allo spettacolo delle Frecce tricolori che volteggiavano sul cielo del mar Ionio a conclusione del G7 di Taormina. 

Dopo tre anni di ristrutturazione, il San Domenico Palace ha riaperto i battenti sotto le insegne della multinazionale del lusso Four Seasons. E lo ha fatto – con coraggio – in un anno difficile per il turismo nazionale e internazionale, che sta cercando di risorgere dalle sue ceneri dopo i colpi quasi mortali inflitti dalla pandemia di Covid-19. 

FIRSTonline ha intervistato il direttore del San Domenico Four Seasons, Lorenzo Maraviglia, per capire come sta andando la stagione estiva a Taormina, destinazione ambita per il turismo di lusso, e quali sono le prospettive per il settore dopo il 2020 difficile vissuto a causa dell’emergenza Covid. 

Lorenzo Maraviglia direttore del San Domenico
Lorenzo Maraviglia, direttore del San Domenico Four Seasons

Direttore Maraviglia, è possibile fare un primo bilancio di questa estate 2021? 

“Possiamo parlare di un andamento abbastanza “morbido”, ma nonostante ciò il bilancio è positivo. Per noi questa è la prima stagione come San Domenico Four Seasons, abbiamo appena riaperto e siamo partiti da zero. Quindi siamo comunque molto contenti di ciò che stiamo facendo. Avremmo ovviamente sperato in numeri leggermente più alti, soprattutto relativamente al mercato anglosassone che da sempre è leader in questo periodo dell’anno, ma considerando l’attuale contesto nazionale e internazionale, i risultati che stiamo ottenendo sono molto buoni”.

Il mese di agosto è tradizionalmente il più intenso, come sta andando?

“Ad agosto il tasso di occupazione del San Domenico Four Season è pari al 60-70%, una percentuale abbastanza elevata. Bisogna però tenere conto del fatto che, prima dell’esplosione della pandemia, a Taormina era impossibile trovare un letto in queste settimane. Gli hotel erano tutti al completo già molti mesi prima. Un altro fattore da tenere in considerazione è l’assenza di un “certo tipo” di clientela. Negli hotel non conta solo l’occupazione, ma sono importanti anche il rate che si applica alle stanze e i budget spendibili nei servizi che l’hotel fornisce: ristorazione, spa e via dicendo. Noi non vendiamo solo stanze, vendiamo un’esperienza completa. Dunque per chiudere l’inventario non manca solo quel 30-40% di occupazione, ma anche i portafogli importanti che di solito a Taormina fanno la differenza”.

Hotel San Domenico
San Domenico Four Seasons

Qual è attualmente il profilo del turista che sceglie il San Domenico Four Seasons? Sono tornati i clienti stranieri o è ancora la clientela italiana a farla da padrone?

“Per noi ad oggi il mercato più rilevante è quello italiano. È importantissimo, non è un mercato secondario e siamo molto felici del riscontro che stiamo ottenendo. Al secondo posto c’è il mercato statunitense e sta andando molto bene anche quello svizzero. Abbiamo qualche arrivo anche dalla Germania. Mancano invece altri mercati “forti” come quello inglese, che è sempre stato fondamentale, o quello russo. Il mercato asiatico è quasi totalmente assente. Non ci sono dunque quei tre, quattro supporti che di solito fanno di Taormina una destinazione molto attraente. Abbiamo però delle speranze su settembre – ottobre che è il mese preferito dagli statunitensi perché il caldo si affievolisce e le bellezze di Taormina diventano ancora più godibili. Futuri arrivi dal Regno Unito invece sono più improbabili, dato che sembra che le restrizioni al rientro siano destinate a rimanere anche a settembre”. 

L’eventuale ritorno della Sicilia in zona gialla potrebbe rappresentare un ulteriore problema per il prossimo futuro, quindi?

“Assolutamente sì, perché questo tipo di messaggi limitano la vita di tutti i giorni, influenzando la gestione della clientela, dei partner, dei fornitori e del personale. Ma soprattutto perché sono messaggi che destabilizzano il mercato, l’opinione pubblica e soprattutto le agenzie di viaggio lusso che sono quelle su cui oggi basiamo la maggior parte delle nostre risorse. Queste agenzie conoscono le dinamiche del mercato, sanno che se una determinata Regione diventa gialla è una destinazione da evitare. Se è invece tutta l’Italia passa in zona gialla, automaticamente i clienti vengono dirottati su altre destinazioni come la Grecia, dove la vita può essere più semplice. La zona gialla è dunque un pericolo concreto che stiamo tenendo sotto osservazione”. 

San Domenico Four Seasons
San Domenico Four Seasons

Cosa ne pensa dell’attuale polemica relativa ai prezzi delle strutture ricettive? È vero che molti hotel li hanno raddoppiati?

“I prezzi degli hotel sono dettati dal mercato. Noi analizziamo l’offerta e la domanda cercando di trovare quel punto di equilibrio che consente di mantenere un certo tipo di standard e di immagine. Quando si viene al San Domenico Four Seasons si sa e si deve sapere che è l’hotel di maggior prestigio a Taormina. Non decidiamo i prezzi a tavolino, strategicamente, ma ci basiamo semplicemente sulla legge di domanda-offerta: se non arrivano prenotazioni si riducono lievemente i prezzi, se ne arrivano troppe si aumentano per gestire il volume. Devo dire che, per quello che vedo io, i prezzi se sono stati modificati, sono stati aggiustati leggermente al ribasso. Un rialzo sarebbe una forma di masochismo perché la domanda ad oggi non è elevata, quindi aumentando i prezzi si rischia di andare in sofferenza. Non avrebbe senso”.

Il San Domenico Palace ha riaperto dopo tre anni di chiusura con una novità importante: l’ingresso in Four Seasons…

“Abbiamo effettuato un restauro molto profondo che ha riportato la vecchia gloria del San Domenico a galla. Quello che può fare una compagnia come Four Seasons su una struttura così ricca di contenuti storici, architettonici e culturali è fornire una piattaforma sociale e internazionale ancora più vasta di quella che aveva in passato. E dunque far conoscere il San Domenico non solo in Sicilia e in Italia, ma anche nel mondo. I nostri clienti americani, anglosassoni, mediorientali, asiatici ci seguono anche per questo. Noi non siamo un hotel che vende stanze e metri quadrati, noi vendiamo un’esperienza che si fonda anche sulla nostra storia. Avere così tanti contenuti è un regalo importante, soprattutto per il nostro ufficio comunicazione, che avendo così tanti argomenti di cui parlare è costretto a scegliere e a individuare delle priorità. Ciò che intendiamo fare da quest’anno è impegnarci per portare la bellissima storia del San Domenico in giro per il mondo”.

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