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Trimestrali: utili in calo per BofA e BlackRock

Utili in calo per Bank of America e BlackRock nel primo trimestre del 2016: per la banca il risultato è comunque in linea con le attese, mentre il fondo di private equity sta portando avanti un programma di ristrutturazione per ridurre i costi.

Trimestrali: utili in calo per BofA e BlackRock

Utili in calo per Bank of America e BlackRock nel primo trimestre del 2016. Per la banca statunitense però il risultato è comunque in linea con le attese degli analisti: ha riportato per il primo trimestre del 2016 utili netti per 2,68 miliardi di dollari, o 21 centesimi ad azione, in calo del 15% rispetto a 3,1 miliardi o 25 centesimi ad azione di un anno fa un anno fa.

Il giro di affari di BofA è sceso nel periodo a 20,9 miliardi di dollari dai 21,6 di un anno fa. Secondo quanto indicato dalla banca, i risultati hanno risentito di un forte calo nelle attività di trading e del persistente clima di basso costo del denaro. Nel trimestre i ricavi da trading sono calati del 15,5%, una performance peggiore di quella riportata da JP Morgan il giorno prima (-11%). Nel dettaglio il trading su bond e valute ha registrato un calo del 17,5% mentre i ricavi generati dal trading sulle azioni è sceso dell’11%.

Negativa anche la performance del fondo BlackRock, che ha riportato per il primo trimestre dell’anno utili per 657 milioni di dollari, in calo dagli 822 milioni di un anno fa. Su base unitaria, il gruppo di private equity ha guadagnato 4,25 dollari ad azione, in ribasso rispetto agli 4,89 dollari ad azione di un anno fa. I ricavi sono scesi del 4% a 2,62 miliardi. Gli analisti si attendevano utili per 4,29 dollari ad azione e ricavi su un giro d’affari di 2,72 miliardi. Nel presentare i risultati, il gruppo ha confermato che nel trimestre ha portato avanti un programma di ristrutturazione mirato a “snellire e semplificare l’organizzazione”. A marzo il Wsj aveva parlato di una riduzione delle forza lavoro di 400 unità, pari al 3% del totale. Nel trimestre i flussi netti in entrata sono stati infine pari a 36,1 miliardi di dollari, di cui la maggior parte proveniente dagli Stati Uniti e in misura minore dall’Europa, dal Medio Oriente e dall’Africa.

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