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Tracollo delle banche popolari e la Borsa va in rosso

Gli ostacoli della vigilanza Bce alla fusione Bpm-Banco Popolare mandano in tilt i titoli delle banche popolari e Piazza Affari chiude in perdita (-0.6%)- Male anche Mediobanca e Mps – In controtendenza Snam dopo i conti e l’operazione Italgas, Eni, Mediolanum, Campari e Ferragamo

Si è esaurito in poche ore l’effetto delle parole di Janet Yellen che ieri sera ha rassicurato sul mantenimento di una politica espansiva da parte della Fed fino a oltre l’estate. Allo stesso tempo però la numero uno della Federal Reserve si è mostrata più prudente del previsto sottolineando con forza i rischi derivanti dall’economia globale e dai mercati finanziari. Dopo la reazione positiva delle Borse cinesi (Shanghai +1,2% e Shenzen +3,6%), L’Europa ha inaugurato la strada dei ribassi. Piazza Affari, scesa nella seduta sotto i 18.500 punti, chiude in calo dello 0,66% a 18.608 punti appesantita dal settore bancario, in particolar modo dal Banco Popolare in scia ai timori sull’aggregazione con Bpm. Lo spread Btp-Bund chiude in calo a 104 punti base e rendimento all’1,28%.

In rosso anche Parigi -0,45% e Francoforte -0,91% mentre Londra strappa un +0,42% grazie al rialzo delle materie prime. Gira invece in positivo Wall Street dove alla chiusura dell’Europa il Dow Jones sale dello 0,73% e l’S&P500 dello 0,35%. Sotto i riflettori il colosso delle spedizioni Fedex che ha rivisto al rialzo le stime di utile per il 2016. Il cambio euro dollaro sale dello 0,93% a 1,1328.

Corre ancora il petrolio: il Wti guadagna il 4% a quota 40 dollari al barile, livello che non si vedeva da dicembre, e il Brent del 2,53% a 41,35 dollari. Il mercato guarda sempre all’appuntamento del 17 aprile quando Paesi Opec e non Opec si riuniranno a Doha per valutare un congelamento alla produzione.

Sul fronte macroeconomico, il superindice dell’economia americana è salito in febbraio dello 0,1%, meno delle attese degli analisti. Le richieste iniziali di sussidio alla disoccupazione sono salite di 7mila unità a 265mila unità nella settimana terminata lo scorso 12 marzo, meno delle stime. L’indice sull’attività manifatturiera dell’area di Filadelfia è balzato a 12,4 punti in marzo dai -2,8 di febbraio, decisamente sopra le attese degli analisti.

A Piazza Affari crolla il Banco Popolare -14,19% dopo che sul mercato si è diffusa la notizia che è arrivata ieri sera la lettera della Bce con la posizione formale di Francoforte sul piano di integrazione con Bpm (-5,56%). Si teme che i dubbi della Vigilanza siano tali da far naufragare il matrimonio. Gli advisor della Bpm, Citi e Lazard, sono attesi questa sera in Piazza Meda per fare il punto della situazione insieme al consigliere delegato della Bpm Giuseppe Castagna. Giù anche Bper -6,60%, Mediobanca -6,11%, Unicredit -4,19% e Intesa Sanpaolo -2,78%.

Generali +0,22%. Il cda ha cooptato Philippe Donnet, conferendogli deleghe esecutive e nominandolo Group Ceo. Il consiglio ha anche nominato Alberto Minali direttore generale.

A Milano la buona intonazione del petrolio spinge i titoli energetici: Snam +2,88%, Prysmian +1,81%, Eni +1,8% e Tenaris +1,77%.

Male Finmeccanica -1,64% dopo i conti che hanno registrato utili in crescita: -1,73% a 10,77 euro per azione. La società ha anche deciso di non distribuire dividendo, mentre l’ad Mauro Moretti in conferenza stampa ha preferito non commentare l’indagine sulla cessione di Ansaldo Sts ai giapponesi di Hitachi: “Non ho niente da aggiungere sull’indagine – ha detto – ma sono assolutamente sicuro che il prezzo fosse il migliore che ci si potesse aspettare”.

Campari +1,04% sale del mentre Gran Marnier è scattata con un balzo di oltre il 60% alla ripresa oggi nella tarda mattinata delle contrattazioni che erano state sospese martedì.Campari ha annunciato martedì un accordo per acquisire la Societe des Produits Marnier Lapostolle (Spml), cui fa capo il brand Gran Marnier, per un valore di 684 milioni e lanerà un’Opa a 8.050 euro per azione, pari a un premio del 60,4%.

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