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Telecom ricorre al Capo dello Stato per golden power: Recchi lascia

Per evitare sanzioni nell’esercizio del golden power, la compagnia telefonica si appella al Capo dello Stato – – De Puyfontaine: “Scelta tecnica, abbiamo le migliori relazioni con il governo e Palazzo Chigi” – Intanto il vice presidente Recchi è in uscita

Telecom ricorre al Capo dello Stato per golden power: Recchi lascia

Telecom Italia ricorre al Capo dello Stato sull’esercizio del golden power, ossia sull’esercizio dei poteri speciali da parte del Governo. La decisione assunta ieri dalla compagnia telefonica non va considerata come un atto ostile al Governo ma come una forma cautelativa per evitare una sanzione economica in relazione a mancate notifiche all’autorità su cambiamenti societari precedenti.

“Come è stato detto è un ricorso tecnico, una misura tecnica, abbiamo le migliori relazioni con il governo e Palazzo Chigi: è solo un problema di calendario, una decisione tecnica”, ha confermato oggi Arnaud de Puyfontaine, presidente di Telecom Italia e Ad di Vivendi.

Semprer ieri il vicepresidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, ha fatto sapere che intende lasciare, le deleghe sulla sicurezza per nuovi impegni professionali, continuando però a restare nel Board.  “Mi ha detto ieri che stava per annunciare un nuovo lavoro – ha chiarito de Puyfontaine – Visto che questa nuova responsabilità non è compatibile con il fatto di poter mantenere la responsabilità all’interno della sicurezza, lo abbiamo annunciato ieri”.

A fine settembre scorso, in occasione dell’arrivo alla guida di Telecom Italia dell’israeliano Amos Genish, al vicepresidente Recchi (già presidente di Telecom Italia) erano state affidate deleghe ‘sensibili’ come quelle della presidenza del comitato strategico nonché “la responsabilità organizzativa della funzione Security preposta, fra l’altro, al presidio di ogni attività e asset rilevante ai fini della sicurezza e della difesa nazionale all’interno di Tim e delle altre società’ italiane del gruppo, in particolare Sparkle e Telsy”. La scelta era caduta sul manager italiano anche per la decisione del Governo italiano di attivare i poteri speciali previsti nella normativa del “golden power” proprio relativamente agli asset strategici di Telecom Italia.

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