Alleggerimento del costo dell’affitto per i nuovi occupati, un fondo per partecipare a investimenti in Italia promossi da Fondi di venture capital, il finanziamento di progetti e sperimentazione nelle startup innovative, l’esonero contributivo per favorire l’occupazione: sono alcuni degli incentivi all’esame del Senato, in commissione Industria e agricoltura, per promuovere e sostenere le startup e le piccole e medie imprese innovative.
Le due proposte: una di FdI, una del Pd
Due in particolare le proposte all’attenzione dei senatori. Una (prima firmataria Anna Maria Fallucchi, FdI) garantisce, per un periodo di quattro anni, alle imprese che assumono nuovi lavoratori, il riconoscimento del costo dell’affitto a loro destinati, attraverso un incentivo – come credito di imposta – pari al 60% del costo sopportato dall’impresa. La filosofia è quella di facilitare le assunzioni e il reperimento di risorse umane per il settore produttivo attraverso incentivi alle piccole e medie imprese.
Più articolata la seconda proposta a firma delle senatrici Manca e Martella (Pd). Intanto perché prevede due fondi: uno per favorire l’acquisizione di quote o partecipazioni in fondi che investano esclusivamente in Italia promossi da Fondi di venture capital (Fvc) e per finanziamenti a fondo perduto, fino a un massimo di 100.000 euro, per la costituzione di startup innovative sul territorio nazionale da parte di soggetti esteri; il secondo per la realizzazione di studi di fattibilità per brevetti o invenzioni realizzati nei laboratori di ricerca.
L’85% dell’investimento è detratto dalle tasse
Poi, con l’obiettivo di incanalare maggiormente il risparmio verso gli investimenti in startup e PMI innovative, si stabilisce in particolare che l’85% della somma investita in tali imprese non concorre alla formazione del reddito dei soggetti passivi delle imposte sul reddito delle persone fisiche e sul reddito delle società. Vengono chiamati in causa anche enti di previdenza obbligatoria, vale a dire le associazioni o fondazioni previdenziali degli ordini professionali, gli enti previdenziali dei liberi professionisti e i fondi di previdenza complementare: costoro possono investire una somma superiore allo 0,5 per cento dell’attivo patrimoniale in fondi per il venture capital (Fvc), in fondi promossi da investitori di tipo Business angel o incubatori certificati italiani e in società di investimento, beneficiando di una deduzione fiscale fino al 30 per cento.
Il progetto prevede poi un esonero contributivo per i soci lavoratori delle startup che di solito ne sono i fondatori e un credito d’imposta in fase di avviamento. La commissione ha deciso di proseguire l’esame congiuntamente con il disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese e intanto ha ascoltato rappresentanti di Confindustria, Federazione pubblici esercizi (Fipe), associazione dei Confidi, Casartigiani, Cna, Confartigianato.