Lo chiamano “spesometro trimestrale analitico” e il suo scopo è dare un taglio all’evasione dell’Iva. Il nuovo strumento dovrebbe vedere la luce con la legge di Stabilità e secondo i calcoli del Tesoro potrebbe consentire allo Stato d’incassare l’anno prossimo 1,8-2 miliardi in più grazie al recupero dell’Iva non pagata. Sì, ma come?
Il meccanismo sembra semplice. Come anticipa Il Sole 24 Ore, quando i contribuenti effettueranno le comunicazioni trimestrali dei dati Iva ma non verseranno l’imposta dovuta, riceveranno un alert nell’arco di due settimane.
Lo “spesometro trimestrale analitico” s’inserisce nel quadro delle nuove comunicazioni dei dati Iva. Secondo lo schema allo studio del governo, i contribuenti che le effettuano con cadenza trimestrale dovranno presentare le fatture emesse e quelle ricevute (che servono a smascherare chi emette fatture false), ma anche i dati dell’Iva a credito e di quella a debito, ripartiti per le aliquote (4, 5, 10 e 22%).
In questo modo l’Agenzia delle Entrate potrà scovare chi ha effettuato la comunicazione trimestrale Iva ma non ha pagato gli importi dovuti. Entro 15 giorni, il Fisco invierà a questi contribuenti una lettera per chiedere loro di chiarire la propria posizione e di saldare i debiti. Se i contribuenti non si metteranno in regola neanche dopo questo avvertimento, l’Agenzia avvierà l’accertamento vero e proprio.
Per rendere la medicina meno amara, il Governo starebbe pensando di associare allo “spesometro trimestrale analitico” sull’Iva anche un credito d’imposta, ma per il momento nulla è deciso importo e criteri del nuovo bonus. I tecnici del Tesoro, intanto, cercano le coperture.
Quanto ai 2 miliardi circa che il Governo spera di recuperare, dovrebbero creare un ulteriore margine di manovra nella nuova legge di Stabilità, anche se – per consentirci di spendere soldi che prevediamo di risparmiare grazie alla lotta all’evasione – Bruxelles richiederà quasi certamente una nuova clausola di salvaguardia.
