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Spagna: giovedì con Draghi e Merkel, Rajoy potrebbe chiedere gli aiuti

Il ministro dell’economia De Guindos ha ribadito che “prima si devono conoscere le misure che annuncerà la Bce” giovedì – Ma tutto fa pensare che la richiesta ci sarà – Intanto nelle prossime ore Bankia riceverà una prima iniezione di capitali dal Frob, dopo aver perso oltre 4 miliardi nel primo semestre 2012

Spagna: giovedì con Draghi e Merkel, Rajoy potrebbe chiedere gli aiuti

La Banca centrale europea “sa perfettamente quali sono i problemi dell’euro e si muoverà di conseguenza”. Ne è certo il ministro delle finanze spagnolo Luis de Guindos che ha continuato sulla linea del premier Mariano Rajoy dichiarando che tutto dipenderà da quello che il presidente della Bce Mario Draghi prometterà giovedì 6 settembre. Ovvero dai volumi di titoli di Stato che la Bce si impegnerà ad acquistare per moderare la speculazione sulle obbligazioni sovrane di Spagna e Italia. E’ stato chiaro Rajoy ieri in un’intervista al Corriere della Sera: “Se le modalità di intervento della Bce saranno positive per l’insieme dell’Europa ne farò richiesta, altrimenti no”. 

Giovedì dunque sarà la giornata decisiva per Madrid: mentre Draghi pronuncerà le fatidiche misure salva-spread, nella capitale spagnola Mariano Rajoy e la cancelliera tedesca Angela Merkel discuteranno come risolvere i problemi del Paese, e intanto il Tesoro collocherà sul mercato Bonos in scadenza ad aprile 2014, luglio 2015 e ottobre 2016. Sembra la situazione ideale per definire la richiesta di aiuti: se Draghi annuncerà le riforme che piacciono a Madrid e Rajoy stabilirà con la Merkel le condizioni per il Memorandum of understanding, non resta molto spazio al dubbio sulla strada che potrebbe seguire l’Esecutivo spagnolo. 

Nelle ultime settimane Madrid sta mostrando la sua determinazione nel fare i “propri compiti”. De Guindos oggi ha ribadito che la Spagna si impegna a rispettare l’obiettivo di un rapport deficit/Pil al 6,3% quest’anno, come concordato con la Unione europea – dall’8,6% del 2011. Tuttavia il ministro ha riconosciuto che i dati dei primi sette mesi del 2012 – a luglio il deficit è arrivato al 4,6% del Pil pari a 48,6 miliardi di euro – “non sono buoni”. Ma l’impegno per rispettare il target “è la priorità numero uno” del Governo, ha assicurato. Intanto nel Paese non si parla d’altro che della sofferta decisione di aumentare l’Iva dal 18% al 21%: misura costata cara in termini di popolarità al primo ministro che però è stata apprezzata dai vertici europei. 

Oltre agli aiuti che la Spagna potrebbe chiedere al fondo salva-Stati, in ballo ci sono altri 100 miliardi di euro che l’Ue metterà a disposizione da fine ottobre per ricapitalizzare il sistema finanziario spagnolo, gravemente danneggiato dalla bolla immobiliare. Ma i problemi delle banche sembrano ogni giorni maggiori del previsto: Bankia, l’istituto simbolo di questa crisi, ha registrato nel primo semestre 2012 una perdita di 4,45 miliardi di euro a causa di rettifiche su crediti per oltre 6,5 miliardi legate al mercato delle case. E per questo nelle prossime ore, ha dichiarato De Guindos, il Fondo salva banche spagnolo (Frob) inietterà capitali nel gruppo Bfa/Bankia, come anticipo degli aiuti comunitari. Fonti vicine all’operazione parlano di un ammontare tra i 4 e i 5 miliardi di euro.

 

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