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S&P Dow Jones: via dall’indice chi vende azioni senza voto

La scelta del doppio sistema, che permette di emettere anche azioni senza diritto di voto per raccogliere liquidità ma continuando a mantenere di fatto il controllo della società, era un tempo tipico delle aziende familiari, ma la pratica si è parecchio diffusa anche tra le multinazionali tecnologiche come Google, Facebook e appunto Snapchat: l’indice di New York ha detto stop.

Azioni senza diritto di voto? Via dall’indice. E’ la piccola grande rivoluzione messa in atto dall’indice S&P Dow Jones di New York, che segue quella già fatta dal Ftse Russell di Londra: fuori dal paniere le aziende che vendono azioni senza diritto di voto. C’è però qualche eccezione, e che eccezione: restano infatti regolarmente quotate aziende del calibro di Alphabet e Berkshire Hathaway, il gruppo di Warren Buffett, in quanto già incluse da tempo negli indici. E’ stata invece esclusa Snapchat, arrivata in Borsa lo scorso marzo.

La scelta del doppio sistema, che permette di emettere anche azioni senza diritto di voto per raccogliere liquidità ma continuando a mantenere di fatto il controllo della società, era un tempo tipico delle aziende familiari, ma la pratica si è parecchio diffusa anche tra le multinazionali tecnologiche come Google, Facebook e appunto Snapchat. Proprio per questo il tema è salito alla ribalta e ha portato a questa scelta anche la Borsa di New York.

Nel 2014 fu proprio Google la prima a farlo, splittando ogni titolo offerto sul mercato in due azioni ognuna di valore dimezzato. Le nuove azioni raddoppiarono il numero di titoli in circolazione, fecero ripartire i rialzi, diluirono l’influenza dei soci e consolidarono invece il potere dei fondatori, riducendo i possibili problemi creati agli azionisti di controllo da eventuali investitori attivisti. E così hanno fatto tanti altri big. Da qui la scelta di Dow Jones che ha comunicato ufficialmente che non accetterà più negli indici le società che emetteranno diverse categorie di titoli.

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