Condividi

Sì della Ue alle banche italiane dà sprint a Piazza Affari

Piazza Affari guadagna l’1,5% e diventa la seconda miglior Borsa della giornata in Europa scavalcando quota 16 mila – Ad invertire la tendenza borsistica della piazza milanese spingendola all’insù è stato soprattutto il via libera della Ue a sostegni precauzionali di liquidità per le banche italiane ma importante è stato anche lo sblocco del caso Unicredit con la nomina di Mustier a nuovo ad – Ottime performance di Intesa e di Prysmian, Buzzi, A2A, Yoox e Saipem

Sì della Ue alle banche italiane dà sprint a Piazza Affari

L’allungo che ha messo fine a una seduta volatile è arrivato sul finale, dopo l’annuncio della Commissione europea sulle banche. Nel pomeriggio la Commissione ha annunciato che l’Italia ha presentato richiesta di autorizzare la fornitura di sostegno di liquidità agli istituti solventi. E Bruxelles ha deciso di dare via libera: le misure di sostegno consistono in uno schema di garanzie valido fino al 31 dicembre 2016 che copre le banche solventi. La portavoce ha affermato che “l’Italia ha notificato questa misura per ragioni precauzionali” e che ad oggi “non c’è l’aspettativa che emerga la necessità di usarlo”. Il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,57%, Parigi +1%, Francoforte +0,71%, Londra +2,27%.

L’assist ha permesso al settore bancario di consolidare i guadagni dopo una giornata vissuta sull’ottovolante, anche condizionata dal sentiment negativo sul comparto in Europa dovuto al risultato degli stress test americani della Fed che hanno bocciato le divisioni di oltreoceano della tedesca Deutsche Bank e della spagnola Santander.

Occhi su Unicredit +2,28% che festeggia finalmente la nomina del nuovo ad, Jean Pierre Mustier che torna da ceo a Piazza Cordusio nominato da un consiglio unanime. Ancora meglio Intesa che sale del 3,28%, Bpm +2,31%, Banca Mediolanum in evidenza tra i migliori con un guadagno del 5,23%. Non tutti gli istituti sono però riusciti ad agganciare il rialzo: Ubi Banca -1,04%, Bmps -2,44%, Banco Popolare -0,19%. Banca Carige -2,71% dopo il business plan approvato ieri sera. Il piano strategico al 2020 prevede cessioni di Npl per circa 900 milioni entro fine anno e di un secondo portafoglio di analoghe dimensioni nella seconda metà del 2017. Gli analisti hanno però giudicato i target aggressivi e il successo del piano dipenderà dal buon esito della cessione dei non performing loans.

Sul Ftse Mib i titoli migliori sono però non bancari: Prysmian +6,45%, Buzzi Unicem +5,09%, A2A +4,53% e Yoox +3,48%.

Lo spread Btp Bund ha chiuso in calo a 146 punti base e rendimento all’1,34% dopo l’asta di oggi che ha fatto registrare rendimenti ai nuovi minimi storici.  Il rendimento del BTp a 5 anni ha raggiunto il nuovo minimo storico a 0,33% in calo di 7 punti base sull’asta precedente. In calo anche il rendimento del BTp a 10 anni, collocato con un tasso lordo dell’1,35%, in flessione di 7 punti rispetto all’asta di maggio.

Nel frattempo è arrivato un piccolo segnale di ripresa dell’inflazione nell’Eurozona che a giugno, dopo quattro mesi, è risalita, nella stima flash di Eurostat, a +0,1% rispetto a -0,1% di maggio. I dati definiti saranno resi noti il 15 luglio. L’Italia però non segue: i dati provvisori dell’Istat registrano giugno come quinto mese consecutivo di deflazione, con un calo dei prezzi al consumo dello 0,4% su base annua.

Sul fronte macroeconomico negli Usa è stato diffuso il consueto dato sulle stime di richieste iniziali di sussidi alla disoccupazione che sono risultate in aumento di 10mila unità a 268mila, peggio delle stime. Il dato è comunque basso storicamente e per la 69esima settimana è rimasto sotto quota 300mila. Sotto le previsioni anche l’indice Pmi di Chicago, che misura l’andamento dell’attività aziendale e manifatturiera nell’area di Chicago, che comunque è balzato a 56,8 punti a giugno, il massimo da gennaio 2015, dai 49,3 del mese precedente.

Wall Street ha aperto in rialzo per la terza seduta di fila. Banche sotto i riflettori dopo gli stress test della Fed. Ma a galvanizzare i listini sono  nel pomeriggio i rumors sulla possibile acquisizione del produttore Usa di cioccolato Hershey,  noto per le sue barre a marchio Kit-Kat, da parte colosso di snack Mondelez.

Il petrolio chiude la seduta in calo con il Brent che lascia sul campo l’1,74% a 49,73 dollari al barile e il Wti il 2,29% a 48,74 dollari al barile. Il cambio euro dollaro scivola dello 0,51% mentre la sterlina torna a perdere nei confronti del dollaro e l’oro si mantiene invariato a 1320 dollari l’oncia.

Commenta