Condividi

Sbarco sulla Luna, il MAUTO celebra i 50 anni

Il Museo dell’Automobile di Torino celebra il 50esimo anniversario dell’Apollo 11 esponendo alcune vetture costruite proprio nel 1969: i missili spaziali influenzarono anche i car designer?

Sbarco sulla Luna, il MAUTO celebra i 50 anni

“L’auto vista dalla Luna”: è questo il suggestivo titolo della mostra che il MAUTO – Museo dell’Automobile di Torino organizza fino a lunedì 22 luglio, in occasione del 50esimo anniversario del primo sbarco dell’uomo sulla superficie del satellite della Terra, avvenuto la sera del 20 luglio del 1969, con la missione americana dell’Apollo 11. L’esposizione è allestita nella “piazza” del museo torinese e martedì 16 luglio, alle ore 21, è anche in programma una serata speciale (ingresso libero fino ad esaurimento posti), con la proiezione di preziosi filmati d’archivio su maxischermo presentati dal giornalista e curatore Giosuè Boetto Cohen.

“Se per capire un uomo, un luogo o un fenomeno – ha commentato Boetto Cohen -, bisogna calarsi nel tempo che li ha accompagnati, anche un oggetto complesso come l’automobile viene da un’epoca precisa e ne ha attraversate altre prima di giungere a noi. Conoscere questo viaggio lungo i decenni ci apre gli occhi davanti ai perché di una forma, di un colore, di una soluzione tecnica. Il 1969 è stato, prima di tutto l’anno della Luna, ma era anche figlio di un’epoca di rinnovamento. Tempi che influenzarono la società ad ogni livello, che le impedirono di tornare indietro. Tempi che fa bene ricordare nel presente, così carico di incognite”.

La mostra vede protagoniste, immerse in un ambiente lunare, circondate dai più bei filmati provenienti dagli archivi NASA, Teche RAI e Centro Storico Fiat, quattro vetture nate in Italia proprio nel 1969, che raccontano “come eravamo sulle 4 ruote”. Si tratta delle: FIAT 128, costruita al ritmo di 1800 unità al giorno e prima vettura del marchio a trazione anteriore; FIAT 130, ammiraglia prestigiosa ma anche “incompresa”, che non diede i risultati sperati; Autobianchi A111, le cui forme squadrate e la moderna meccanica la rendevano all’avanguardia; Autobianchi A112, nata per fare concorrenza alla Mini, che ebbe un grandissimo successo e venne prodotta per 17 anni. A queste, si aggiunge la Chevrolet Corvette: unica straniera della mostra, era l’auto guidata dagli astronauti dell’epoca d’oro che ne ricevevano una – non in omaggio ma in affitto alla cifra simbolica di 1 dollaro all’anno – da un concessionario della Florida della General Motors.

All’evento è inoltre presente anche Jeep, che per l’occasione espone 4 modelli della gamma attuale: Jeep Compass, Jeep Renegade in allestimento S, Jeep Cherokee e Jeep Grand Cherokee.

Oltre alle vetture esposte, la mostra vuole celebrare un momento storico fondamentale per l’umanità e raccontare in che modo l’impresa abbia influenzato il costume e le abitudini degli italiani, anche attraverso le pagine dei giornali specializzati dell’epoca e un’ampia selezione di immagini d’archivio (video e foto), che raccontano come i car designer avessero iniziato a realizzare prototipi le cui forme avveniristiche si facevano ispirare da quelle dei missili, come la pubblicità prendesse spunto dall’immaginario spaziale per elaborare un nuovo e accattivante linguaggio, e come i viaggiatori divennero esploratori di parti di mondo sperdute, ma allora ancora frequentabili.

Commenta