La fusione tra Bpm e Banco Popolare riprende quota e, se non ci saranno nuovi intralci, potrebbe vedere la luce già nei prossimi giorni. E’ questa la sensazione emersa dall’assemblea del Banco Popolare, che si è tenuta ieri a Lodi con la partecipazione di 42 mila soci (di cui 7.200 presenti fisicamente) e alla presenza di un rappresentante della Bce, Ilze Rainska, a cui spetterà di dare il definitivo via libera alle nozze.
Ma l’ad di Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti, è stato chiaro: “ll buon esito del lavoro di Bpm e Banco Popolare non è ancora scontato ma ci stiamo avvicinando sempre di più alle richieste della Bce ed è ragionevole pensare che riusciremo a favorirne la felice conclusione nell’interesse dell’intero sistema. Se sono rose fioriranno e io mi sento di dire che la fioritura dovrebbe arrivare e mi auguro anche in tempi ragionevolmente brevi”. Martedì si riuniranno per le nuove proposte da avanzare alla Bce i vertici delle due banche e l’occhio cadrà soprattutto sulle modalità e sui tempi di smaltimento dei crediti deteriorati e sulla velocizzazione delle cessioni.
La fusione tra Bpm e Banco Popolare, ha aggiunto Saviotti, “è una delle scelte migliori che potessimo fare”. Dopo gli apprezzamenti del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e dello stesso premier Matteo Renzi, la fusione tra Bpm e Banco Popolare, a cui guarda con grande interesse tutto il sistema bancario italiano ed europeo, è pienamente tornata con il via libera dell’assemblea di Lodi in rampa di lancio.
L’assise ha anche approvato il bilancio 2015 del Banco che segna un utile di 186,9 milioni di ero e la distribuzione di un dividendo di 15 centesimi ad azione.
