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Salvini preoccupa i mercati: spread sfiora 290, Borsa in rosso

Lo spread si impenna e poi ripiega in parte dopo la sfida del leader leghista alla Ue sui conti con una flat tax da 30 miliardi – Piazza Affari perde lo 0,5% – Rimbalza Tim

Salvini preoccupa i mercati: spread sfiora 290, Borsa in rosso

Chiusura debole per i listini della zona euro, a due giorni dalle elezioni europee e con l’avvio della partita delle nomine a Bruxelles. Sul tavolo: il rinnovo della Commissione Ue e del presidente, il vertice della Bce e la presidenza dell’Europarlamento.

Piazza Affari è la peggiore, -0,5%, 20.260 punti, con i titoli finanziari impensieriti dalla risalita dello spread e dal nuovo peso della Lega nei rapporti con l’Europa. La Commissione ancora in carica discuterà domani il caso Italia e probabilmente sempre domani arriverà a Roma la famosa “letterina” con richiesta di chiarimenti sulla giustificazione dell’aumento del debito/pil nel 2018. Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, si è detto contrario all’utilizzo di sanzioni come strumento per far rispettare le regole del bilancio e queste, nel caso,  arriveranno eventualmente molto più avanti. Il vice premier Matteo Salvini però non sembra preoccuparsi dei vincoli e parla di un piano da 30 miliardi per ridurre la pressione fiscale.

Lo spread fra decennale italiano e tedesco, dopo aver toccato in mattinata i 290 punti, chiude a 284.10 punti base (+3,31%), mentre il tasso di rendimento del Btp sale a 2,69% e quello del Bund scende a -0,158%.

Si fermano in frazionale calo Francoforte -0,43%; Parigi -0,44%; Madrid -0,34%. Fuori dall’area della moneta unica perdono quota Londra, -0,27% e Zurigo -0,4%.

L’apertura in leggero rialzo di Wall Street non ha particolari ripercussioni sui listini del Vecchio Continente. I principali indici di New York sono molto cauti, con la fiducia dei consumatori americani cresciuta ai massimi da novembre, ma l’indice manifatturiero relativo all’area di Dallas (Texas) che ha perso slancio e la crescita dei prezzi delle case delle 20 città principali, a marzo, che ha mostrato un rallentamento.

Sul Ftse Mib prevalgono le prese di beneficio su Fca, -1%. Secondo Moody’s, che vede vantaggi ma anche rischi, il piano di fusione non ha effetto immediato sul rating della società italoamericana.

Euro in leggero calo sul dollaro, intorno a 1,117.

Sono poco intonate le materie prime: il petrolio tipo Brent cede lo 0,29% e scende a 68,57 dollari al barile; l’oro arretra a 1279,68 dollari l’oncia (-0,43%).

In Piazza Affari le blue chip che registrano i maggiori rialzi sono Telecom +2,04%; Prysmian +1,33%;  Ferrari +0,94%; Recordati +0,74%.

I ribassi maggiori sono di Leonardo, -2,21%; Finecobank, -1,98%. Unipol -1,63%; Atlantia -1,61%. Fra le banche la peggiore è Unicredit, -1,44%. Il settore osserva con attenzione quanto può accadere ai vertici della Commissione Ue, per la successione a Jean-Cluade Junker. L’eventuale nomina del francese Michel Barnier davanti a Manfred Weber potrebbe infatti favorire la candidatura del tedesco e grande nemico del Qe Jens Weidmann, quando sarà il momento di sostituire Mario Draghi ai vertici della Bce. Dall’Italia Salvini invoca anche un nuovo ruolo per la Banca centrale europea, che dovrebbe “garantire” il debito governativo in modo da tenere bassi i rendimenti dei titoli di Stato.

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