Niente saldi liberi: dopo la rivolta delle associazioni di settore il governo stralcia la norma che intendeva rivoluzionare il mondo del commercio per riaccendere un settore che da tempo fatica terribilmente a star dietro alla rivalità spietata dell’e-commerce digitale. Secondo quando scrivono le agenzie di stampa, “il Ministero per le Imprese e il Made in Italy ha assicurato che nel Ddl Concorrenza non ci sarà la norma sulla deregulation totale dei saldi, per favorire un confronto preventivo con le associazioni di categoria e le Regioni”. Mentre rimangono all’ordine del giorno le norme sui contatori elettrici intelligenti, la disciplina del commercio ambulante, il rafforzamento dei poteri Antitrust ed eliminazione delle norme anticoncorrenziali sulla preparazione dei farmaci galenici. Ma vediamo nel dettaglio le principali norme contenute nella bozza del Ddl Concorrenza – e anche le ultime novità sui saldi – all’esame del Consiglio dei ministri convocato per oggi, martedì 28 marzo.
Saldi, le ultime novità: salta la norma
Non tutti sanno che dietro i saldi esiste un mondo di regole ben precise che tutti gli esercenti devono sempre rispettare per non incorrere in sanzioni. Come riportato dal Decreto Bersani art. 15 del D. Lgs. 114/98 i saldi sono vendite di fine stagione che riguardano “prodotti, di carattere stagionale o di moda” che saranno suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo. Ad essere interessata dai saldi, quindi, è la mercerimasta invenduta alla fine della stagione autunno/inverno o primavera/estate.
Per quel che invece riguarda l’inizio e la durata dei saldi, questo varia a seconda delle Regioni. Attualmente queste si accordavano tra loro per un calendario nazionale di massima (pur sempre con quale eccezione locale) con doppio appuntamento: il primo a gennaio e il secondo a luglio. Questa misura, insieme a molte altre era presente all’interno della bozza del Ddl Concorrenza. La seconda modifica invece riguardava le vendite promozionali. Attualmente, con qualche eccezione regionale, sono vietate a ridosso dei periodi di saldo. Se le misure fossero arrivate sul tavolo del Cdm, questo vincolo sarebbe caduto. E quindi le due forme di vendita potevano sovrapporsi.
Ma la rivolta di esercenti e associazioni di settore ha messo un freno alle novità sui saldi da parte del Governo.
Novità su ambulanti e contatori intelligenti
Un’altra novità riguarda il tanto discusso commercio ambulante. Sempre per adeguarsi agli obblighi europei (le concessioni non possono durare più di 10 anni) e per evitare una procedura d’infrazione ora si stabilisce l’assegnazione tramite gara con clausole sociali a tutela delle piccole imprese. Inoltre, verrà fissato un numero massimo di concessioni per singolo operatore all’interno della stessa area di mercato. Nei Comuni che non hanno ancora avviato i procedimenti potrà esserci una proroga delle concessioni fino al 31 dicembre 2024.
Tra le norme valutate oggi ci sarà anche quella per il potenziamento e la pianificazione dello sviluppo della rete elettrica nazionale con l’obbligo di comunicare l’area, Autorità dell’energia, gli investimenti da realizzare in tre anni e gli interventi infrastrutturali da effettuare in dieci anni. Insieme alla promozione dell’utilizzo dei contatori intelligenti per favorire il risparmio energetico e il contenimento del prezzo dell’elettricità. Questi provvedimenti sono ritenuti essenziali per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Del Concorrenza: nessun accenno ai limiti per il 5G
Nel disegno di legge sulla concorrenza non compare invece alcun riferimento ai limiti per il 5G. La questione dell’innalzamento, sollevata in più occasioni dal settore delle telecomunicazioni, sarebbe tornata di attualità proprio nella messa a punto del ddl, ma secondo alcune indiscrezioni di stampa emerse nei giorni scorsi, sarebbe entrata e poi uscita dal testo. A quanto pare a pesare sarebbe stato il parere negativo della Lega, contraria – soprattutto a livello locale – ad alzare gli attuali parametri che, è giusto ricordare, nel nostro Paese sono in vigore i limiti più bassi d’Europa (la soglia è 6 volt al metro mentre in altri Paesi Ue è di 61 volt).
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