Altro che pace. La tregua si allontana mentre la guerra tra Russia e Ucraina torna a colpire uno dei suoi simboli: il ponte di Crimea. Nelle prime ore di martedì mattina, l’intelligence ucraina ha lanciato un nuovo attacco al viadotto di Kerch, già preso di mira nel 2022 e nel 2023. Questa volta è stata utilizzata una carica esplosiva subacquea da 1.100 chilogrammi, piazzata alla base dei piloni: l’esplosione, avvenuta alle 4:44, ha danneggiato la struttura che collega la Russia alla penisola annessa nel 2014.
Secondo la Sbu (Servizio di sicurezza ucraino), l’operazione è stata pianificata per mesi e condotta senza causare vittime civili. Si tratta così dell’ennesimo affronto agli apparati di sicurezza russi, già messi in difficoltà nei giorni scorsi da un’operazione con droni contro basi aeree in Siberia in territorio russo. Fonti russe, al contrario, minimizzano l’accaduto: il traffico è stato sospeso per circa tre ore e poi ripristinato. Il canale Telegram filo-Cremlino Rybar ha parlato di un attacco con droni subacquei contenuto grazie alle barriere difensive. Ma il ponte, oltre a rappresentare un’infrastruttura strategica, resta soprattutto un obiettivo dal forte valore simbolico. Il nuovo colpo rischia di irrigidire ulteriormente il conflitto facendo allontanare un possibile incontro tra Zelensky e Putin.
Dialoghi di pace bloccati: improbabile il summit tra Putin e Zelensky
L’operazione ucraina arriva dopo che i colloqui di Istanbul tra le delegazioni russa e ucraina di ieri si sono conclusi con un nulla di fatto. Kiev ha proposto un cessate il fuoco di un mese e un vertice diretto tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, con una possibile mediazione del presidente statunitense Donald Trump. Mosca ha respinto ogni apertura, offrendo solo una tregua temporanea di 2-3 giorni in alcune aree del fronte.
L’unico punto di intesa riguarda lo scambio di salme: circa seimila per ciascun lato. Un nuovo incontro è previsto entro fine giugno, ma il Cremlino ha già ridimensionato le attese. “Un vertice Putin-Zelensky-Trump è improbabile nel prossimo futuro“, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov. Forti critiche arrivano da Bruxelles che ha definito “inaccettabile” la posizione russa e ha ribadito che Mosca “non negozia in buona fede”. Una pace vera appare oggi più lontana che mai.
Pressioni su Trump e Nato, ma la guerra resta sul campo
Il conflitto resta acceso anche lontano dal tavolo dei negoziati. Il capo dello staff ucraino, Andriy Yermak, è atteso a Washington nei prossimi giorni per chiedere nuove sanzioni contro Mosca. Zelensky ha sollecitato l’amministrazione Trump a un impegno più deciso, soprattutto alla luce del ruolo che la Turchia vorrebbe affidargli come mediatore.
Intanto proseguono gli attacchi: i raid russi hanno colpito edifici residenziali a Kharkiv e postazioni di emergenza a Zaporizhzhia. A Sumy, un bombardamento ha provocato tre morti civili. Anche Kiev intensifica la pressione: oltre al ponte di Kerch, droni ucraini hanno preso di mira basi aeree e depositi militari nella Russia occidentale.
In mezzo allo stallo diplomatico e all’escalation militare, Kiev guarda al prossimo vertice Nato dell’Aia (24-25 giugno) come a un passaggio cruciale. L’Ucraina è stata ufficialmente invitata e Zelensky punta a rafforzare il sostegno occidentale, anche in vista di nuove misure contro la Russia. Yermak sarà negli Stati Uniti anche per preparare questo appuntamento. L’obiettivo è quello di ottenere un impegno più chiaro da parte degli alleati.
Intesa tra Russia e Ucraina? Nessun terreno comune, solo condizioni impossibili
La distanza tra Mosca e Kiev resta abissale. La Russia pretende il ritiro ucraino dai territori occupati, la fine della legge marziale e lo stop agli aiuti militari occidentali. L’Ucraina chiede invece il pieno controllo dei propri confini e il rientro dei 339 bambini deportati.
“Mosca vuole solo guadagnare tempo, fingendo di trattare”, ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Rustam Umerov. E se il ponte di Kerch traballa sotto i colpi ucraini, anche l’ipotesi di un faccia a faccia tra Putin e Zelensky appare ormai sempre più lontana.