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I Ceo di Piazza Affari: chi sono i più innovativi? Dai servizi digital al fintech, dalle banche alle assicurazioni

Tra questi ci sono Mossa di Banca Generali, Messina di Intesa Sanpaolo, Passera di Illimity, Rizzante di Reply, Iervolino, Venturini e Elkann – Ecco la rosa dei ceo più innovativi di Piazza Affari

I Ceo di Piazza Affari: chi sono i più innovativi? Dai servizi digital al fintech, dalle banche alle assicurazioni

Rincari energetici, inflazione da record e aumento dei tassi: sono gli elementi che dominano la scena sui mercati finanziari in questa prima parte dell’anno segnato dalla guerra in Ucraina. Un 2022 che ha riportato tra gli investitori l’incubo dello spread, variabile sempre più temuta per i rischi alla ripresa nazionale. Ma dietro alle urgenze economiche e alla fuga dal rischio che hanno zavorrato le quotazioni anche dei grandi colossi del digitale a livello internazionale, resta intatta l’attenzione del mercato per le società più innovative, che guardano il futuro. Ma chi sono i ceo più innovativi della Borsa Italiana che dalla cultura dell’innovazione hanno tratto non solo dei vantaggi competitivi nel proprio business, ma ne hanno fatto un tratto distintivo di crescita mettendoli maggiormente al riparo dalla volatilità delle Borse?   

Per identificarli basta incrociare le risposte dai listini con le analisi delle iniziative legate all’innovazione e le statistiche sulla presenza digital con i temi coerenti raccolta da operatori come Reputation Science. Vediamo chi sono.

Rizzante e Iervolino: tra consulenza innovativa e media digitali

Partendo dai settori più legati al mondo dell’innovazione tecnologia, troviamo Tatiana Rizzante, amministratore delegato di Reply. L’azienda torinese focalizzata sui sistemi IT è una delle stelle del listino azionario italiano con una performance del 121% dai minimi del marzo 2020, ormai diventata l’avamposto dell’innovazione anche in ambiti come la robotica, la blockchain e il web 3.0.

Un altro protagonista emergente tra gli innovatori, meno conosciuto in Borsa ma molto stimato tra gli investitori, è Danilo Iervolino, fondatore dell’azienda tech Multiversity che controlla l’università telematica Pegasus e Mercatorum, poi venduta al fondo di private equity Cvc per 1 miliardo di euro prima di acquistare la Salernitana calcio e il settimanale l’Espresso.

Venturini e Elkann: oltre la tradizione

Capacità di diversificazione e volontà di uscire dai binari tradizionali sono due caratteristiche comuni ai nuovi ceo innovativi di Piazza Affari. Caratteristiche che ha dimostrato di avere anche Francesco Venturini, ad di Enel X. Sotto la sua guida, la divisione di Enel ha abbricato l’innovazione a 360 gradi puntando ad esempio su pagamenti, mobilità e sistemi aziendali.

Stesso approccio che sta avendo anche John Elkann nel complesso percorso di transizione del colosso di famiglia in una nuova dimensione di business che superi interamente la dipendenza dall’auto. Per farlo, l’erede Agnelli ha trasformato Exor in un vero e proprio aggregato di competenze che attira talento anche in campi come l’editoria, lo sport, il lusso, l’health care e gli investimenti. Il ritorno del mercato non si è fatto attendere: da marzo 2020, la Exor di Elkann ha guadagnato oltre il 60%.

Tra i ceo più innovativi Mossa con Banca Generali

L’innovazione, però, coinvolge anche uno dei settori più tradizionali come quello dei servizi finanziari. Qui gli occhi sono puntati su realtà più recenti nel fintech come Satispay o Nexi nei pagamenti, o su nuovi modelli di business come ad esempio la Illimity di Corrado Passera nei crediti alle aziende o più consolidati da anni come la piattaforma di Fineco per il digital banking. Ma anche su Isybank, la nuova banca digitale di Banca Intesa Sanpaolo di Carlo Messina. Al fianco di aziende impegnate nelle attività transazionale stanno emergendo anche concept di nuova frontiera dell’open Banking. È il caso di Banca Generali guidata da Gian Maria Mossa che ha trasformato il business del private banking facendolo uscire dagli uffici e facendone un vero e proprio hub di piattaforme e servizi in grado di valorizzare il capitale umano. La controllata del Leone di Trieste ha dato vita a un modello “aperto” che unisce competenze nel digitale per le gestioni, il wealth management, le piattaforme di bitcoin o per il trading. Questo attivismo è valso un riconoscimento del 64% del titolo Banca Generali dall’inizio della pandemia nel marzo 2020 con un’impennata degli utili che hanno portato nelle tasche degli azionisti un ritorno medio del 6% all’anno solo di cedole.

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