Condividi

Ribaltone Rcs: salta Perricone, sale Provasoli e Della Valle sbatte la porta – Opa Edison da rifare

Rcs: burrascosa riunione del cda, salta l’ad Perricone, alla presidenza Provasoli, Della Valle sbatte la porta ed esce dal patto di sindacato – Torna l’emergenza spread – Dopo il mercoledì nero delle Borse stamani Piazza Affari apre in rialzo, ma poi gira in rosso – Da rifare l’Opa Edison.

Ribaltone Rcs: salta Perricone, sale Provasoli e Della Valle sbatte la porta – Opa Edison da rifare

Anche l’Asia chiude la seduta borsistica in profondo rosso. A Tokyo l’indice Nikkei viaggia in ribasso dell’1%, Hong Kong segna -1,08%. Tra i segnali più preoccupanti spiccano in Giappone il rimbalzo dello yen e del prezzo del petrolio. A Hong Kong pesa la perdita dell’indice dedicato alle azioni cinesi: -1,8%, per la caduta dei titoli bancari dopo l’affondo del presidente Wen Jiabao contro “il monopolio del credito” a danno delle pmi. Si completa così la “tempesta perfetta” che ha colpito i mercati nel mercoledì nero.

Gli ingredienti per la caduta c’erano tutti: segnali negativi da parte delle banche centrali, Fed e Bce; l’esito deludente dell’asta dei titoli spagnoli; la stagnazione, in pratica, degli ordinativi dell’industria tedesca, solo +0,3% assai meno del previsto +1,5%. Poteva starci una tempesta. E tempesta è stata. La Borsa di Milano ha chiuso con una perdita del 2,4%, in linea con le altre piazze europee: Londra – 2,3%, Parigi -2,7%, Francoforte -2,8%.

Ma, al solito, nella Caporetto della finanza le preoccupazioni più vere riguardano la trincea dei titoli di Stato. E’ stata una giornata all’insegna della sofferenza, come non se ne vedevano da mesi: il rendimento del Btp a 10 anni è risalito al 5,34% con lo spread con il Bund che si è allargato a 358 punti (+22 punti base).

Va peggio per la Spagna: il Tesoro di Madrid ha collocato sul mercato solo 2,73 miliardi di euro di titoli a diverse scadenze con rendimenti in rialzo rispetto alle precedenti aste. Il target del collocamento di stamattina era 3,5 miliardi di euro. Lo spread tra Bonos e Bund schizza a quota 390, il rendimento oltre quota 5,55%. Non manca, per completare il quadro, la brusca caduta dell’euro nei confronti del dollaro a 1,313 da 1,323.

Il mercoledì di passione dei listini è cominciato sull’onda della delusione per le minute della riunione del Fomc del 13 marzo scorso: il board della Federal Reserve sembra aver accantonato l’ipotesi di una nuova iniezione di liquidità per i mercati. Nel pomeriggio Mario Draghi, al termine della riunione del direttorio della Bce, ha affermato che lo scenario economico è in via di stabilizzazione ma presenta “rischi di variazione al ribasso”. Sia in Usa che in Europa i tassi restano invariati, ai minimi storici, ma i mercati, stante la fragilità della ripresa Usa (riconosciuta dalla Fed) e la frenata della congiuntura europea, s’aspettavano qualcosa in più. In questo momento, insomma, “no news, bad news”.

Giornata nera anche per la Borsa americana: l’indice S&P arretra del 1,02%, Dow Jones -0,95,%, Nasdaq -1,46%. Oltre alla sindrome spagnola, seguita alle difficoltà dell’asta madrilena, la seduta è stata condizionata dalla correzione al ribasso delle stime per il secondo trimstre di SanDisk, che ha colpito l’intero comparto della tecnologia. Non meno rilevante l’andamento deludente dell’indice Ism dei direttori degli acquisti delle società del terziario sceso a marzo più del previsto a 56. Ma l’umore degli investitori è condizionato dal resoconto dell’ultima riunione del Fomc. Il 13 marzo scorso otto membri su dieci del comitato si sono detti contrari all’adozione di nuovi stimoli straordinari di politica monetaria per rafforzare la crescita dell’economia.

Fumata bianca (con tempesta) per il nuovo cda Rcs. Presidente sarà, come previsto, Angelo Provasoli e si procederà al cambio dell’amministratore delegato. Ancora incertezza sul nome del nuovo ad. Salta Antonello Perricone fino alla fine dell’esercizio, ma il “nome nuovo” non spunterà prima di un nuovo conclave il prossimo 2 maggio. Ma, soprattutto, esce dal patto Diego Della Valle che accusa il comportamento “maldestro e pretestuoso” di alcuni componenti dell’asse di comando di via Solferino. “Il Corsera – ha aggiunto – deve rimanere indipendente. Se Elkann e Pagliaro hanno idee diverse farebbero meglio a a mettersi il cuore in pace e rendersi conto che i tempi sono cambiati”.

Alla fine, come auspicato da Mediobanca e Fiat, il nuovo consiglio dovrebbe essere molto più ristretto rispetto agli attuali 21 consiglieri con 12 membri, compreso quello di minoranza. I nomi indicati dovrebbero essere Luca Garavoglia (Fiat), Fulvio Conti (Mediobanca), Carlo Pesenti e Paolo Merloni (entrambi già in Cda), mentre come indipendenti, oltre a Marchetti, ci saranno Andrea Bonomi, Umberto Ambrosoli, Roland Berger, Giuseppe Vita. A questi si aggiungono il neo presidente Provasoli, l’ad e il rappresentante delle minoranze, ruolo ricoperto finora da Giuseppe Rotelli, forte dell’11%.

Il prezzo dell’Opa non è giusto. La Consob ha stabilito che l’offerta di 0,84 euro per ogni azione Edison da parte di Edf va ritoccato all’insù, all’interno della forbice che porta alla valutazione di 0,95 euro suggerita dalla perizia del professor Maurizio Dallocchio. Edf ne ha preso atto e ora, come recita un comunicato, “valuterà le attività che dovranno essere svolte senza ulteriori ritardi”. In realtà, l’accordo siglato a fine dicembre 2011 a Parigi era condizionato all’Opa a 0,84 euro. Ora, perciò, Edf ha le mani libere. E può scegliere se: a) pagare il nuovo prezzo (esborso ulteriore di 56 milioni); b) ridiscutere l’intesa rilevando alcune centrali già cedute ad Edipower (con grande sollievo per i conti di A2A e Iren); c) procedere alla richiesta di un aumento di capitale per Edison, reso necessario dal bilancio, cui i partner italiani non potranno aderire per mancanza di mezzi.

Difficile scegliere il settore del listino più bersagliato dalle vendite. I ribassi sono stati diffusi su tutti i settori: Fiat è scesa del 4,5%, Fiat Industrial -3,46%. Fiat non intende partecipare a un’eventuale guerra dei prezzi in Europa e conferma che i produttori tedeschi sono contrari a un intervento dell’Unione europea sul tema dell’eccesso della capacità produttiva. Lo ha detto Sergio Marchionne, ad Fiat e presidente Acea (Associazione europea dei produttori), nella conferenza stampa che ha seguito l’assemblea degli azionisti Fiat. “Il discorso è sul tavolo, cerchiamo di capire qual è la posizione dei tedeschi”, ha detto Marchionne. “Le tre case auto tedesche appaiono compatte, contrarie a un intervento della Ue. Non voglio che la nostra diventi la posizione club med…” Marchionne ha aggiunto che Fiat non “intende partecipare a un’eventuale guerra dei prezzi in Europa, che porterebbe danni alla società”.

Tra gli altri industriali Finmeccanica è risultata la peggiore blue chip della giornata con una perdita del 6,9%. Ma le perdite sono pesanti un po’ per tutti: Prysmian -4,5%, StM -5,2% e Pirelli -4,4%. Fra i finanziari è stata penalizzata in particolar modo Mediolanum -6%. Ribassi anche fra le banche, che una volta non sono state il peggior settore: Unicredit -2,9%, Intesa -1,7%, Banco Popolare -4,8%, MontePaschi -2,8%, Banca Popolare di Milano -4%. Fra le blue chip solo due titoli in rialzo: Campari +0,3% sostenuta dalla promozione di Cheuvreux e Diasorin +0,2%. Dopo una mattinata in rialzo, ha chiuso in ribasso anche Telecom Italia -1,3%. Il presidente Franco Bernabè si è dichiarato disponibile a prendere in considerazione l’ipotesi di scorporo della rete. In uno studio interno della società viene intanto esaminata la possibilità che nell’operazione venga coinvolta la Cassa Depositi e Prestiti o, in alternativa, Metroweb.

Maire Tecnimont ha guadagnato il 3,7% dopo l’acquisizione di una commessa in Slovacchia (204 milioni). Italcementi è caduta in ribasso dell’8,7%: S&P ha messo la società sotto osservazione per un possibile downgrade. E’ stata una giornata nera per tutto il settore delle costruzioni in Europa (Stoxx -3,1%). A Parigi i due big mondiali del settore cemento, Lafarge e Saint Gobain, sono scesi rispettivamente del 5,1% e del 3,9%. A Francoforte Heidelberg Cement ha perso il 4,5%

Commenta