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Rete Tim, arriva l’offerta congiunta della Cdp e del fondo australiano Macquarie: resta l’incognita Vivendi

La Cdp insieme al fondo Macquarie ha ufficializzato la sua offerta d’acquisto per la rete Tim per un valore di circa 20 miliardi di euro per la metà cash: ora Tim deve scegliere tra questa nuova offerta e quella di Kkr che è meno liquida

Rete Tim, arriva l’offerta congiunta della Cdp e del fondo australiano Macquarie: resta l’incognita Vivendi

Con una riunione straordinaria del Consiglio d’amministrazione, presieduta da Giovanni Gorno Tempini, la Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha dato il via libera alla presentazione di un’offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, congiuntamente a Macquarie Asset Management, “per l’acquisto della costituenda Netco Tim, che ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle“. Il termine di validità dell’offerta è fissato al 31 marzo e dunque la battaglia sul futuro della rete Tim entro nel vivo, considerando che da domani la prima compagnia telefonica italiana si ritroverà sul tavolo due offerte: quella di Cdp-Macquarie e quella, precedentemente presentata, del fondo americano Kkr.

RETE TIM: QUANTO VALE LA NUOVA OFFERTA

Dalle indiscrezioni filtrate nelle scorse ore, l’offerta Cdp-Macquarie partirebbe da una base più conveniente per Tim rispetto a quella di Kkr: entrambe hanno un valore di circa 20 miliardi di euro ma quella di Cdp-Macquarie è più liquida perché presenta una componente cash di 10 miliardi, 8 miliardi di debito più un earn-out di 2 miliardi pagabili all’avverarsi di determinate condizioni.

Di fronte alla nuova offerta Cdp-Macquarie restano tuttavia due incognite: la prima riguarda l’Antitrust e la seconda Vivendi, che è il primo azionista di Tim con una partecipazione di quasi il 24% ma non è presente nel cda della compagnia telefonica presieduta da Salvatore Rossi e guidata da Pietro Labriola. Sul primo punto è verosimile che la Cassa depositi e prestiti abbia compiuto le necessarie verifiche preliminari rispetto agli orientamenti dell’Antitrust ma va ricordato che, oltre alla sua partecipazione attuale del 10% in Tim, la Cdp insieme a Macquarie controlla già la rete concorrente di Open Fiber (il 60% è di Cdp e il 40% degli australiani). Quanto a Vivendi, il suo obiettivo è sempre stato quello di recuperare almeno in parte le ingenti perdite potenziali di circa 3 miliardi del suo investimento in Tim arrivando a pretendere 31 miliardi per la vendita della rete Tim: come si comporterà il gruppo francese nell’assemblea che dovrà decidere sulla cessione della rete si vedrà.

RETE TIM: COME SARA’ VALUTATA DALLA BORSA LA NUOVA OFFERTA D’ACQUISTO?

Una cosa però è certa e cioè che la battaglia sul futuro della rete Tim entra finalmente nel vivo e che già entro marzo si capirà quale delle due offerte avrà la meglio. Ma già domani sarà interessante vedere come la Borsa, che nel 2023 ha già premiato il titolo Tim con uno spettacolare rialzo del 42,8%, valuterà la nuova offerta per la rete della maggiore compagnia telefonica italiana.

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