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Renzi e la lotteria delle nomine: scelta politica o manageriale?

Tira un’aria di generale cambiamento per le nomine di fine settimana ai vertici di Eni, Enel, Terna, Finmeccanica e delle Poste – Sarà una scelta esclusivamente politica o manageriale? Nel primo caso un premier controcorrente come Renzi non potrà che cambiare tutto, nel secondo caso fare di tutte le erbe un fascio può essere un azzardo.

Renzi e la lotteria delle nomine: scelta politica o manageriale?

Le imminenti nomine pubbliche ai vertici dei grandi gruppi sono attese per il fine settimana e rappresentano di sicuro un test di prima grandezza per la credibilità del governo Renzi. Nell’aria si avverte fin troppo bene l’avvicinarsi di un generale ribaltone, ma la situazione resta ancora molto fluida e finchè non ci saranno ragionevoli certezze sui nomi dei futuri vertici di Eni, Enel, Terna, Finmeccanica e Poste, noi di FIRSTonline non ci iscriveremo alla lotteria delle nomine pubbliche. Per una ragione molto semplice: perchè l’attendibilità dell’informazione per noi è un bene irrinunciabile e non c’è nulla di peggio che obbligare il lettore a perdere tempo per chiedersi se la notizia che ha appena letto è vera o infondata.

E, allora, quando non si hanno notizie certe, perchè non ci possono essere, è sempre meglio astenersi da inutili o strumentali profezie. Anche per non dare ragione al detto di un vecchio e saggio presidente dell’Ordine dei giornalisti francesi che, un po’ sarcasticamente ma nemmento tanto, soleva dire: “Sapete chi sono i giornalisti? Sono professionisti che passano metà del loro tempo a non scrivere le cose che sanno e l’altra metà a scrivere cose di cui non sanno nulla”.

Intendiamoci: la fantasia creativa è sempre benvenuta, a condizione che non racconti favole o insegua bufale. Ma, al di là dei nomi dei candidati, sulle nomine si impone una domanda che reclama una risposta. Qual è il criterio di fondo che deve ispirare le nomine dei grandi gruppi pubblici? E un criterio politico o manageriale? Se è politico, non c’è il minimo dubbio che occorra un generale cambiamento e che un premier controcorrente come Matteo Renzi non perderà l’occasione per dimostrare il coraggio di azzarerare tutti i vertici e di cambiarli radicalmente al di là dei risultati raggiunti e delle differenze tra l’uno e altro. Può essere un criterio discutibile ma è politicamente legittimo. Basta saperlo.

Se, al contrario, il criterio delle nomine è quello di individuare i migliori manager possibili allo scopo di ottimizzare i risultati – non di breve ma di medio periodo – delle società da affidare alla loro gestione, allora il discorso cambia. Non è detto che i manager migliori siano sempre e soltanto i manager che si trovano nell’orto del vicino. Può anche darsi che qualcuno sia già in casa e, se fosse così, fare di tutte le erbe un fascio non sarebbe la scelta più saggia. Prima che sui nomi l’importante è intendersi sui criteri.

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