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Rally delle banche salva Piazza Affari. Corrono Mps, Unicredit e Intesa Sanpaolo

La Borsa di Milano ha chiuso in rialzo dell’1,25%, trascinata dai titoli creditizi, cancellando un inizio di giornata negativo – Le banche sono ripartite dopo l’asta dei Btp triennali, che ha confermato il ritorno degli investitori internazionali sul debito italiano – Corrono Mps, Unicredit e Intesa – Prelios (-4,38%) sceglie Feidos per trattative esclusive

Rally delle banche salva Piazza Affari. Corrono Mps, Unicredit e Intesa Sanpaolo

La carica dei Btp e i dati sull’occupazione Usa scuotono Piazza Affari che a fine mattinata vira in positivo e, trascinata dalle banche, chiude a +1,25%. Volano Bpm +4,14%, Mps +4,07% e Unicredit +3,92% e Intesa Sanpaolo + 3,48%. Segno più anche per le altre piazze europee: Francoforte +1,06%, Parigi +1,42%, Londra +0,92%.

Le banche sono ripartite dopo l’asta di questa mattina che ha registrato per i Btp triennali una domanda di 6,2 miliardi di euro a fronte di un’offerta di 3,75 miliardi di titoli, collocati a un rendimento del 2,86%, in lieve rialzo dal 2,75% dell’asta precedente di metà settembre. In più sono stati collocati altri Btp a varie scadenze per 2,25 miliardi, pari all’ammontare massimo previsto. Un risultato che sembra confermare il ritorno degli investitori internazionali sul debito italiano e che non ha risentito del taglio di ieri del rating della Spagna di due scalini a Bbb- da parte di S&P.

Ne beneficia anche lo spread Btp-bund si mantiene che scende a quota 351 punti e rendimento al 5,02%. In discesa rispetto all’apertura anche lo spread Bono-Bund a 425 punti base.

Nonostante i moniti del Fmi, per cui la ripresa dell’economia mondiale è più lenta delle attese, e il disappunto sui tempi di reazione alla crisi delle economie avanzate, oggi i mercati hanno guardato ai dati macro americani. Almeno per quanto riguarda i nuovi sussidi di disoccupazione che sono diminuiti la scorsa settimana di 30mila unità a 339 mila richieste contro attese per 365mila nuove richieste, il dato più basso dal 2008. Il dato però potrebbe non essere buono quanto sembra: al conteggio manca uno Stato che non ha fornito i dati addizionali come atteso. Si registra invece un aumento del deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti in agosto a 44,2 miliardi di dollari, a causa della flessione delle esportazioni. Il disavanzo è superiore alle attese degli analisti che puntavano a 43,8 miliardi.

Wall Street apre in rialzo e alla chiusura dell’Europa il Dow Jones segna un progresso dello 0,33% e il Nasdaq dello 0,27%. Sale anche il petrolio Wti a 92, 52 dollari al barile (+1,4%), in rialzo anche l’oro a 1.772 dollari l’oncia (+0,39%) e il cambio euro dollaro a 1,2931 (+0,44%).

In Grecia il deficit di bilancio è calato sensibilmente nei primi 9 mesi dell’anno a 12,6 miliardi di euro, rispetto ai 20,1 miliardi di un anno prima, malgrado un gettito fiscale inferiore alle attese a causa della recessione del paese e dello sciopero degli esattori del Fisco. Un dato che batte le attese grazie agli elevati tagli delle spese pubbliche, diminuite a 49,4 miliardi a fine settembre da 57 miliardi un anno prima. Ma continua lo scontro sulla concessione di più tempo per rispettare il piano di rientro concordato con la troika in un paese dove ormai è disoccupata una persona su quattro. Il Fmi ribadisce ”necessario” che alla Grecia sia concesso un ulteriore periodo di due anni, fino al 2016. Così come alla Spagna, nella convinzione che un taglio brusco farebbe più male che bene. Ma Berlino dice ancora no.

A Piazza Affari dietro alle banche brilla Autogrill +3,20%, mentre in fondo al listino troviamo Lottomatica -1,30%, Eni -0,68%, Tenaris -0,45% e Ansaldo Sta -0,30%. Occhi puntati sul cda Camfin (-1,23%) in programma per le 18 dove il board deve decidere sul bond convertibile all’indomani dell’esposto in procura della famiglia Malacalza, che contesta le delibere sul bond prese dal cda ad agosto. Il cda di Prelios (che crolla a Piazza Affari -4,83%) di questa mattina ha scelto Feidos di Caputi per proseguire con trattative esclusive.

Cresce il peso delle cooperative in Unipol (-1,25%): dal 5 ottobre, secondo quanto emerge dalle comunicazioni Consob, Coop Adriatica detiene il 3,31%, Nova Coop il 2,3% e Lima il 4,55% dal precedente 3,12 per cento. Una nota dle gruppo assicurativo ha precisato che il ricorso presentato nei confronti dei provvedimento con il quale l’Antitrust ha autorizzato l’acquisizione del gruppo Premafin-Fonsai riguarda alcuni profili delle misure richieste dall’Autorità, ritenute “eccessivamente gravosi”. Nel frattempo il processo di dismissione degli asset continua però a procedere. “Le attività funzionali all’attuazione del processo di dismissione degli asset assicurativi e delle partecipazioni finanziarie, previste dal provvedimento dell’Acgm, sono in corso e proseguiranno senza alcuna soluzione di continuità”, dice la nota.

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