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Prometeia, le banche italiane di nuovo in utile: da 2,4 miliardi nel 2013 a 21 miliardi al 2015

Per Prometeia il sistema bancario italianoregge alla forte debolezza economica – Ma rimane poco attraente per gli investitori per la bassa redditività del capitale – Credito ancora in calo nel 2013 e un flusso di rettifiche sui crediti ancora elevato – Differenze significative tra gli istituti: aumentano le probabilità di una nuova stagione di M&A

Prometeia, le banche italiane di nuovo in utile: da 2,4 miliardi nel 2013 a 21 miliardi al 2015

Il sistema bancario italiano tornerà in utile dal 2013. Lo prevede Prometeia nello studio elaborato per il Banking Day 2013 che stima in 2,4 miliardi i profitti complessivi del sistema per l’anno in corso e in 21 miliardi i profitti cumulati per il triennio 2013 e 2015. Un valore che si attesta a un terzo del risultato del trienno pre-crisi (2005-2007) di oltre 61 miliardi ma che riporta il segno più dopo le perdite da 25 miliardi di euro del biennio 2011-2012. Nel primo trimestre 2013 i 13 gruppi quotati (esclusa Mediobanca) hanno già archiviato profitti per 1 miliardo di euro (il dato non è però confrontabile perché include anche la parte internazionale degli istituti come Intesa e Unicredit, parte che non è inclusa nelle stime del sistema nel suo complesso).

La redditività del capitale rimarrà bassa nel sistema: dallo 0,9% del 2013 al 3,7% del 2015. Continuerà il peggioramento della qualità del credito per tutti i settori, con un flusso di rettifiche sui crediti di 19 miliardi nel 2013 e di 48 miliardi cumulati sul triennio 2013-2015. Le erogazioni continueranno a ridursi nel 2013 e riprenderanno nei due anni successi. Al netto della componente delle sofferenze, il credito a famiglie e alle imprese si ridurrà dell’1,9% per crescere del 2% nel 2015. Un bilancio  che indica che non si è evitato quello che si temeva: ossia l’effetto pro-ciclico dell’implementazione di Basilea3.

Le banche non sono più in grado di finanziarie tutta la domanda da parte delle imprese che dovranno rivolgersi a nuovi strumenti di finanziamento sia equity sia di debito. “Le banche – spiega Giuseppe Lusignani di Prometeia – dovranno affiancare le imprese in questo processo di spostamento della raccolta e dovranno fornire servizi al posto di capitali. In futuro ci sarà la riduzione della componente margine di interesse e l’aumento della componente servizi”.

Gli istituti sono così ancora fortemente impegnati in un processo di ristrutturazione che continuerà sul fronte della revisione del modello di business e anche sul fronte della decisa riduzione di costi, imposta dalla debolezza dei ricavi. Il margine di interesse sarà ancora in calo nel 2013 (-1,3%) e riprenderà a crescere a un tasso modesto del 3,7% medio nel biennio 2014-2015. Tiene il margine di intermediazione che al netto delle rettifiche aumenterà del 3,5% rispetto al 2012 (1,7 miliardi) per poi crescere di 10 miliardi nel biennio successivo (+9% nel biennio). Gli istituti dovranno così continuare sul fronte della riduzione dei costi operativi: il sistema bancario ha infatti un eccesso di capacità produttiva perché i volumi su cui era dimensionato, quelli pre crisi, non sono più strutturalmente raggiungibili nel breve. Prometeia stima una riduzione dei costi operativi del 3,9% nel 2013, del 2,3% nel 2014 e dello 0,6% nel 2015. Il cost income dovrebbe riportarsi al 58% nel 2015 (dal 66% del 2012) su valori simili a quelli pre crisi.

“Il sistema bancario – commenta Lusignani – sta tutto sommato reggendo alla forte debolezza del sistema economico perché è ancora in grado di generare ricavi tali da coprire i costi e le rettifiche molto alte. Guardando il bicchiere mezzo pieno si può dire che il sistema non guadagna ma non va a intaccare il capitale. Volendo guardare il bicchiere mezzo vuoto, la bassa redditività non attira investitori sul settore, quindi il miglioramento del capitale difficilmente potrà avvenire con importanti ricorsi al mercato”.

Le proiezioni di Prometeia tengono conto di uno scenario macro in cui il pil è visto in calo dell’1,9% nel 2013 con un primo segno più nel quarto trimestre e una ripresa nel 2014 dello +0,5% e nel 2015 dell’1,2%. L’attesa è per tassi molto bassi, con l’euribor a 3 mesi a 0,27  a fine 2015 mentre i rendimenti dei Btp a 10 anni si stimano al 3,8% con spread sotto i 200 punti base sempre a fine 2015). In caso di uno scenario avverso (caduta dei valori degli immobili del 12% sia nel 2013 sia nel 2014, aumento delle sofferenze bancarie di un ulteriore 15% rispetto alla previsione base, calo maggiore della domanda interna, aumento dello spread di altri 100  punti base nel bienno 2014-2015) gli utili si ridurrebbero di 16 miliardi, a 5 miliardi dai 21 della previsione base.

Caratteristica del sistema è poi un certo grado di variabilità dei risultati al di là dei dati aggregati. Se da un lato il conto economico aggregato è così in grado di assorbire gli effetti negativi di uno scenario più difficile, dall’altro le situazioni individuali presentano differenze significative già nello scenario base. “In uno scenario più difficile – precisa Prometeia – tali differenze aumenterebbero e con esse la probabilità di situazioni di fragilità che potrebbero anche richiedere interventi di ristrutturazione e ricapitalizzazione”. In un contesto di bassa redditività e di scarso appeal delle banche per gli investitori, questo significa in altre parole che  aumentano le probabilità di vedere nel prossimo triennio aprirsi operazioni di riassetto e/o aggregazioni.

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