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Pirelli: nel bilancio 2013 non solo numeri, ma le opere di 10 giovani talenti

Il progetto “Spinning the wheel” raccoglie 10 talenti dalle discipline più diverse, dall’architettura alla fisica, dal design alla musica, passando per il cinema di animazione e la moda – I loro lavori, prodotti per l’occasione e ispirati alla ruota (per quanto le loro professionalità abbiano poco a che fare con le gomme), saranno ospitati nel Bilancio 2013.

Pirelli: nel bilancio 2013 non solo numeri, ma le opere di 10 giovani talenti

L’invenzione della ruota è cosa nota. La reinvenzione della ruota è il tentativo, piuttosto ambizioso, seppur per ragioni di marketing, di un gruppo di giovani talenti di diversi settori al servizio di Pirelli, colosso italiano degli pneumatici. Il 30 e il 31 gennaio, 10 giovani da tutto il mondo hanno partecipato a un laboratorio – coordinato dallo scrittore britannico di origini pachistane Hanif Kureishi – che costituirà la base del progetto di comunicazione del bilancio Pirelli 2013.

Il progetto “Spinning the wheel” raccoglie talenti dalle discipline più diverse, dall’architettura alla fisica, dal design alla musica, passando per il cinema di animazione e la moda. A loro è stato chiesto non solo di “reinventare la ruota”, partendo da mondi che nulla hanno a che vedere con gli pneumatici, ma anche di riflettere sul tema del talento – come si riconosce, come si coltiva, come lo si fa esprimere). I loro lavori, prodotti per l’occasione e ispirati alla ruota (per quanto le loro professionalità abbiano poco a che fare con le gomme delle auto), saranno ospitati nelle pagine del Bilancio.

Già in occasione del bilancio 2011, attraverso il lavoro dell’illustratore Stefan Glerum e degli scrittori Hans Magnus Enzensberger e Javier Cercas, Pirelli aveva fatto esperimenti simili, giocando sul significato di alcuni valori aziendali. L’anno successivo la parola era passata ai giovani universitari di tutto il mondo, che avevano proposto i propri valori per il futuro: i dieci migliori, illustrati dalle vignette di Liza Donnelly del New Yorker avevano poi trovato posto nelle pagine del Bilancio.

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