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Pirelli, l’Opa cinese all’esame della Borsa: 15 euro è il prezzo giusto?

Il prezzo di 15 euro ad azione previsto dall’Opa che i cinesi e soci lanceranno su Pirelli è giusto o no? E’ la domanda che oggi si farà Piazza Affari – Intanto il renmimbi e la Borsa di Shanghai prendono il volo mentre Tokyo sfiora quota 20mila – L’incognita dollaro – Gli altri market mover: Btp, Poste, Mediaset, Stm e Grecia, Draghi e Fed – A2A in manovra.

Pirelli, l’Opa cinese all’esame della Borsa: 15 euro è il prezzo giusto?

Il prezzo è giusto? Oppure il mercato non si accontenterà dell’offerta di 15 euro per azione, prezzo già superato venerdì? E’ la domanda che dominerà stamane l’attenzione del mercato finanziario, in attesa dell’Opa da 7,4 miliardi su Pirelli (+3,2% venerdì) che, una volta ottenuti le necessarie autorizzazioni in Italia ed in Cina (tempo 2-3 mesi) sarà lanciata dalla newco controllata dall’azienda statale Chem National China, assieme alla cordata italiana capitanata da Marco Tronchetti Provera e da Rosneft.

Stamane il sito del colosso cinese pubblica la notizia dell’acquisto del 26,2 % di Pirelli da Camfin per 1,85 miliardi e conferma l’Opa in arrivo. Chem China si legge, “sosterrà la crescita e la produzione”di Pirelli. Marco Tronchetti Povera ha dichiarato che “si tratta di una grande opportunità” che garantirà “lo sviluppo e la stabilità dell’impresa”. 

UN PRESIDENTE CINESE ALLA BICOCCA, TRONCHETTI RESTA CEO

Stamane, quindi, prende il via l’operazione che porterà Pirelli all’addio a Piazza Affari. Nel caso che la società, come previsto, torni in Borsa tra quattro anni, il listino di riferimento sarà infatti Londra, magari abbinata a Shanghai.

Nel frattempo, dopo un week end di riunioni e meeting con gli avvocati, arriva l’offerta di acquisto della cordata a maggioranza Chemical China. Dopo l’acquisto della quota Camfin è previsto che il pacchetto confluisca nella newco che lancerà poi l’Opa sul resto di Pirelli al valore di 15 euro per azione. Nella nuova società ChemChina metterà 2,2 miliardi di equity, mentre i soci ex Camfin contribuiranno con 1,1 miliardi, ovvero buona parte dei proventi incassati dalla vendita al gruppo cinese (1,4 miliardi al netto dei debiti).

Nell’ipotesi che l’Opa raggiunga il 100%, China Chem acquisirà il 65% di Pirelligli italiani ex Camfin (cioè Tronchetti Provera, Unicredit ed Intesa oltre alle famiglie legati al numero uno della Bicocca) avranno il 22,65%, la russa Rosneft, in ritirata, si accontenterà del 12,4%

Se l’Opa non centrerà il bersaglio del 100%, la maggioranza farà comunque capo alla newco ove Chem China disporrà di almeno il 50,9% (se gli italiani e Rosneft eserciteranno l’azione entro l’estate). Il delisting sarà comunque conseguito se verrà raccolto almeno il 67% del capitale. In tal caso si procederà alla fusione con la Newco. Il prospetto dovrebbe confermare che la sede del gruppo, nonché le attività di R&S restino in Italia, a meno che i cinesi non acquisiscano più del 90% del capitale.

IL RENMIMBI PRENDE QUOTA, TOKYO SFIORA QUOTA 20 MILA

Intanto si può registrare l’ottimo avvio di settimana per i listini cinesi: Shanghai +1% sull’onda di scambi crescenti (l’80% in più della media dell’ultimo mese), renmimbi in forte crescita. Con l’Opa Pirelli, l’Italia sale al quinto posto (il secondo in Europa) nella classifica degli investimenti cinesi. 

In salita anche gli altri listini asiatici, nonostante la debolezza del dollaro (1,078). Tokyo (+1,1%) è ad un passo dalla barriera dei 20 mila punti. In terreno positivo gli altri listini dell’area Asia Pacific. In lutto Singapore, dopo la scomparsa, a 91 anni, di Lee Kuan Yew, il padre della patria. 

GLI ALTRI MARKET MOVERS: BTP, POSTE MEDIASET E STM

Piazza Affari rischia di perdere Pirelli, ma all’orizzonte si profila una matricola d’eccezione. Oggi il Cda di Poste Italiane esaminerà il bilancio 2014 che sarà distinta dalla pulizia dei conti, con svalutazioni nell’ordine di un miliardo, un passaggio preliminare in vista dell’Ipo. 

Tornano le aste del Tesoro. Giovedì toccherà a Ctz e Btpei (l’ammontare dell’offerta sarà comunicata in giornata), mentre venerdì si proseguirà con i Bot a 6 mesi. In settimana sarà comunicato l’importo dei titoli a medio lungo termine in asta lunedì 31. Oggi si terrà l’asta dei titoli di tato tedeschi a 12 mesi. 

Tra gli appuntamenti societari spicca martedì 25 il Cda di Mediaset dedicato ai conti 2014. Giovedì toccherà a Terna. Stamane Stm stacca la cedola trimestrale (0,10 dollari). In Piazza Affari Rai Way entra nell’indice Ftse Mib Mid Cap. 

GRECIA, DRAGHI E LA FED 

Oggi Alexis Tsipras si recherà a Berlino su invito/comando di Angela Merkel. Dall’esito dell’incontro si capirà quante chances, dopo il prestito ponte di venerdì, ci siano per evitare il Grexit. 

A sostenere l’euro, però, arriva la frenata di Marine Le Pen alle amministrative francesi, contrastata da Nicolas Sarkozy. E in Spagna Podemos!, versione iberica di Syriza, avanza ma non sfonda. 

Nella settimana terranno banco gli interventi delle banche centrali. Nel pomeriggio Mario Draghi inaugurerà la settimana con un’attesa audizione al Parlamento Europeo. E’ la prima occasione per fare il punto sull’andamento dei prestiti Tltro e sul Qe. 

In Usa, dopo la decisione della Fed di condizionare l’aumento dei tassi ai dati in arrivo dall’economia, cresce l’attesa per i numeri della settimana: inflazione (martedì), andamento del mercato immobiliare (mercoledì) , Pmi (mercoledì).

C’è viva attesa per l’intervento di stasera di Stanley Fischer, vice presidente della Fed. In settimana parleranno anche il leader dei falchi, James Bullard della Fed di Saint Louis, e delle colombe, John Williams, della Fed di San Francisco. Venerdì, infine, toccherà a Janet Yellen.

BORSE UE AL TOP, L’INCOGNITA E’ IL DOLLARO

L’indice Stoxx 600 che misura l’andamento dei listini del Vecchio Continente ha superato venerdì quota 400 punti ai massimi dal Duemila. Da inizio anno l’incremento è del 18%. 

Milano ha registrato nelle ultime cinque sedute un rialzo del 2%. L’indice FtseMib ha superato 23.000 punti e ha toccato un massimo di chiusura dal 17 febbraio 2011, quando aveva segnato quota 23.178, secondo i dati di borsa italiana. Da inizio anno la performance è positiva del 21%. Ha fatto ancora meglio la Borsa tedesca: +23%.

Ha invertito la rotta anche la Borsa di Atene: +3% venerdì dopo la schiarita con i partner Ue.  A sostenere il rally contribuisce l’afflusso di capitali sui fondi equity, che registrano un saldo positivo da 10 settimane: +41,2 miliardi da inizio anno.

Sul fronte degli Emergenti, si attende con un brivido il dato sul Pil del Brasile: gli economisti si aumentano una contrazione dello 0,7%, un dato gelido per un Paese scosso dallo scandalo Petrobras ed in sensibile alla spinta degli investimenti per le Olimpiadi. 

DOLLARO E OIL, DUE INCOGNITE SU WALL STREET

Hanno chiuso in terreno positivo anche i listini di Wall Street, spinti dal mancato rialzo dei tassi. L’Indice S&P 500 ha registrato un rialzo del 2,7%. Sulle Borse grava però l’ipotesa del rapporto euro/dollaro. La valuta Usa è scesa fino a 1,10 (-2,5%) mercoledì per poi recuperare a 1,06 (+2%) il giorno successivo e chiudere a 1,08 la settimana. 

Questa volatilità rischia di creare scompensi sui mercati obbligazionari, come dimostra la caduta dei rendimenti dei T-bond e di condizionare la prossima campagna delle trimestrali.

La forza del dollaro è la principale spiegazione per le previsioni negative sui cinti delle corporations: per ogni società che potrebbe annunciare incrementi di utili, il sondaggio Thomson Reuters ne annovera 5,5 in ribasso. Sui petroliferi (l’8% circa del mercato) grava l’effetto del ribasso dei prezzi. 

MALACALZA IN CARIGE (CON I SOLDI PIRELLI) 

Le vicende della Bicocca si riflettono indirettamente su Carige. Tra i soci più importanti della banca genovese, alla vigilia dell’aumento di capitale di 850 milioni che sarà eseguito nel prossimo mese di luglio figura infatti Vittorio Malacalza con una quota del 10,7%. 

Malacalza, che possiede ancora il 6,98% di Pirelli in carico a 6,7 euro, dopo lo strappo con Marco Tronchetti Provera, può ora decidere se: 1) cedere la partecipazione in occasione dell’Opa, con una plusvalenza attorno ai 300 milioni; 2) investire parte del ricavato, circa 500 milioni per incrementare la quota nella banca in occasione dell’aumento, pur restando al di sotto del 25%; 3) mettere la sua quota al servizio di un’eventuale controfferta, che potrebbe essere lanciata da un Big del settore (Michelin, Continental, Bridgestone) ad un prezzo superiore ai 15 euro offerti da Chem China. 

FRENA L’OIL, GRANDI MANOVRE SU A2A

Si profila una partenza difficile in vista per i titoli petroliferi, in grande evidenza venerdì, dopo la caduta dei prezzi del greggio: il Brent tratta a 54,86 dollari, il Light Usa a 46,02. L’ennesimo scivolone è motivato dalle dichiarazioni di Al Naimi, il ministro dell’energia saudita: Riyad non ridurrà a produzione finché i Paesi non Opec non faranno lo stesso. 

“Dopo diverse discussioni con gli interessati – ha detto al Naimi – abbiamo preso atto che si continua a pretendere che a tagliare sia solo l’Opec, che controlla il 30 % della produzione”. Nel mirino di Al Naimi la Russia e gli Stati Uniti, ove la produzione di shale oil tiene, nonostante il calo dei prezzi.

Eni è salita venerdì del 3,4%, in evidenza anche Saipem. Dopo la ritirata da Pirelli, i russi di Rosneft potrebbero concentrare le attenzioni sulla società di oil equipment del cane a sei zampe. 

Riflettori accesi sulle utilities: dopo l’ottima accoglienza del mercato al business plan di Enel, sale alla ribalta A2A, che potrebbe concludere un’alleanza con Sorgenia sulle centrali a ciclo combinato. 

CEMENTO, TELECOM E GESTITO

In evidenza anche il settore cemento e costruzioni dopo che la francese Lafarge (+2,5%) e la svizzera Holcim (+0,3%) hanno siglato venerdì un nuovo accordo per procedere a una megafusione da 40 miliardi di euro.

Nel risparmio gestito interesse per Azimut dopo l’annuncio di una riorganizzazione societaria che darà al gruppo disponibilità di cassa per oltre 550 milioni da destinare ad acquisizioni, piani di buy-back e dividendi.

Riflettori puntati anche su Telecom Italia stabile dopo il successo del convertibile da 2 miliardi. Si profila un nuovo round di incontro con la Cdp sul futuro della banda larga. Intanto i fondi attivisti sono pronti a dar battaglia in Vivendi a Vincent Bolloré. 

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