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Piazza Affari regina delle Borse e Btp trentennale da record

Grazie allo sprint delle maggiori banche Piazza Affari è il migliore dei principali listini azionari d’Europa e il Ftse Mib sfiora la soglia psicologica dei 20 mila punti base – Domanda boom per il nuovo Btp a 30 anni.

Piazza Affari regina delle Borse e Btp trentennale da record

Le banche sostengono Piazza Affari, che chiude in rialzo dello 0,82%, prossima ai 20 mila punti, regina in Europa. Vola Unicredit, 4,36%, in attesa dei risultati che verranno diffusi domani. La stagione delle trimestrali scalda gli investitori, nonostante i venti freddi dell’economia. La Commissione Ue si appresta infatti a rivedere le stime di crescita dell’Italia per il 2019: +0,2, scrive l’Ansa, da una previsione di 1,2% di novembre e di 1% inserita dal governo in manovra.

Intanto il Fondo Monetario (che stima un pil 2019 a +0,6%) punta il dito contro la maggioranza giallo-verde e boccia reddito di cittadinanza e quota 100. L’innegabile frenata congiunturale dell’Italia – sostiene – certificata dai dati su pil, Pmi e fiducia delle imprese, è legata sia al generalizzato rallentamento della zona euro, sia a “maggiori incertezze sul piano delle politica interna”.

La prospettiva indebolisce l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 266.60 punti base (+1,83%) e il rendimento del Btp è 2,83%. Il Btp 30 anni in fase di collocamento registra però una domanda record oltre i 41 miliardi, con chiusura a 8 miliardi. Il rendimento è di 18 pb sopra il tasso offerto dall’altro Btp trentennale già presente sul mercato, il Btp marzo 2048.

Si fermano contrastati gli altri listini europei, mentre Wall Street viaggia in leggero calo dopo un’apertura debole e seguito del discorso sull’Unione di Donald Trump che lascia insoluti molti dubbi a partire dalla trattativa Usa-Cina, con la scadenza della tregua sui dazi che si approssima. Le contrattazioni ristagnano anche in attesa delle parole di Jerome Powell, presidente della Fed che parlerà in serata.

L’euro arretra sul dollaro, intorno a 1,1377, in scia ai dati macro negativi dell’area della moneta unica. In particolare è l’industria tedesca a segnare il passo, con gli ordinativi in calo dell’1,6% in dicembre  contro un attesa di crescita di +0,3% da parte degli analisti. In questa cornice e dopo i guadagni di ieri Francoforte perde lo 0,38%; Parigi -0,08%; Madrid +0,1%. Piatta Londra.

Il petrolio scatta dopo i dati sulle scorte settimanali Usa migliori delle attese. Il Brent sale dell‘1,02% a 62,61 dollari al barile. Arretra l’oro sotto 1312 dollari l’oncia. In Piazza Affari la blue chip migliore di oggi è Stm, +5,07%, che recupera con largo margine d’interessi le perdite della vigilia. Gli altri rialzi più importanti sono titoli bancari.

Unicredit è in gran rimonta, dopo le perdite della scorsa settimana. Secondo il consensus degli analisti il 2018 della banca vede un utile netto di 2,873 miliardi di euro, in calo rispetto ai 3,7 miliardi del 2017, escluse le plusvalenze arrivate dalle cessioni di Bank Pekao e Pioneer Investments che portano il dato a 5,5 miliardi.

Ubi +3,73%; Intesa +2,39%, dopo gli ottimi conti mostrati ieri. Bper +2,35%; Banco Bpm +2,14%, che diffonde i risultati ora, a mercati chiusi. I titoli peggiori contengono le perdite in cali frazionali: Buzzi -0,47%; Generali -0,59%; Eni -0,54%; Ferrari -0,36%; Snam -0,31%.

Fuori dal Ftse Mib, spicca il +6,35% di Astaldi dopo che il cda ha valutato positivamente la bozza di offerta di Salini Impregilo per il salvataggio.

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