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Pedaggi autostrade A24 e A25, verso il blocco degli aumenti

Il ministero dei Trasporti si sta orientando a sterilizzare gli aumenti delle tariffe che sarebbero dovuti scattare dal 1° gennaio. Lo stop riguarderà anche Autostrade per l’Italia e altre tratte autostradali oltre a quelle abruzzesi. Tempi stretti: il decreto, se si fa, deve arrivare entro fine anno

E’ un’ipotesi ma si fa strada nei corridoi del Mit, il ministero dei Trasporti guidato dal pentastellato Danilo Toninelli : si va verso un blocco delle tariffe autostradali sull’A24 e A25 (Roma-L’Aquila-Teramo e Torano-Pescara). Tuttavia, il blocco dei pedaggi, riportano varie fonti giornalistiche, riguarderà anche Autostrade per l’Italia- Aspi (coinvolta nel crollo del Ponte di Genova) e Strada dei Parchi (A24-A25). I rincari chiesti dai gestori, secondo indiscrezioni, oscillano tra il 6,3% della Rav, società di Aspi che gestisce le autostrade valdostane, al 5,6% per A24 e A25, all’1,8% per la Tangenziale di Napoli, all’1,1% per l’autostrada Tirrenica, sempre di Aspi, che avrebbe chiesto per la sua rete principale un adeguamento dei pedaggi per il 2019 dello 0,8%.

Per alcune concessioni (ancora non si sa quali) si dovrebbe arrivare a ritocchi minimi e i gestori hanno comunque assicurato che sarà d’ora in poi valutato in modo più puntuale (sul singolo anno anziché ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti.

La richiesta di una moratoria è arrivata da Strada dei Parchi (SdP). La società si è appellata a Toninelli “perché eviti che l’Anas faccia ricadere sugli utenti dell’A24-A25 il costo di ulteriori 73 milioni di euro relativi agli interessi sulle due rate del canone di concessione, che devono essere sospese per consentire la sterilizzazione delle tariffe ed evitare l’aumento dal 1 gennaio”. E’ quanto si legge nella lettera che Sdp ha inviato al MIT.

In pratica, la società ha chiesto di posticipare di dieci anni, al 2028, le rate dovute allo Stato nel prossimo biennio per la concessione, pari a 112 milioni di euro, e di compensare così i mancati aumenti. Il ministero avrebbe dato via libera, ma tutto si è bloccato di nuovo, dice il gruppo Toto, perché l’Anas pretende un interesse del 6% annuo, invece del tasso legale (0,8% per il 2019).

Nella lettera inviata al ministero l’ad Cesare Ramadori spiega al ministro Toninelli che negli ultimi giorni ”avevamo raggiunto, con il Suo determinante intervento, l’accordo con ANAS SpA per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 che dobbiamo quale prezzo della concessione, in modo da poter utilizzare tali risorse, già accantonate e vincolate dalla nostra Società, al fine di “sterilizzare” nei prossimi 3 mesi, come accaduto nel trimestre ottobre-dicembre 2018, gli aumenti dei pedaggi di A24 e A25 approvati dal Governo alla fine del 2017 e quelli previsti dalla Convenzione vigente per il 2019”.

”A tale accordo in base alle indicazioni che ci risulta il Suo Dicastero ha fornito ad ANAS SpA- scrive ancora la società autostradale nel testo riportato dall’Ansa –  la stessa ha però aggiunto la pretesa di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112.000.000 di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale, come peraltro dal MIT indicato. Tale esorbitante pretesa, che costerebbe alla collettività ulteriori 73.000.000 di euro, contrasta con quanto accaduto nel 2017, quando con norma (L 97/2017) il Parlamento ci autorizzò a differire il pagamento di altre 2 rate ANAS di identico valore (112.000.000 di euro) per finanziare una parte degli interventi urgenti cosiddetti “antiscalinamento”, riconoscendo la sola applicazione di interessi in base al tasso legale. Riteniamo tutto ciò inaccettabile e frutto di un calcolo speculativo commendevole. E questo anche considerato lo sforzo che il Suo Ministero e la nostra Società stanno attuando, in attesa dell’approvazione del nuovo PEF come previsto dalla L. 228/2012, per non scaricare sugli utenti delle autostrade da noi gestite e sulle economie delle zone interessate, gravosi e ulteriori incrementi tariffari”.

”Per dimostrare la nostra totale disponibilità ad onorare gli impegni in tal senso concordati con il Suo Capo di Gabinetto, nella giornata di oggi abbiamo trasmesso ad ANAS ed al Suo Ministero tramite posta certificata, i testi da noi già firmati di tali accordi in cui ci impegniamo a non applicare alcun aumento dei pedaggi su A24 e A25 sino al 31 marzo prossimo rispetto alle tariffe attualmente applicate. Pertanto, Le chiediamo di intervenire, nelle poche ore che ci separano dalla entrata in vigore delle tariffe 2019, per risolvere la questione, anche in considerazione del ruolo di vigilante che il MIT esercita nei confronti di ANAS SpA”, conclude Ramadori. Il tempo stringe visto che i nuovi pedaggi dovrebbero scattare martedì 1 gennaio.

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