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Panama, stop ai lavori. Il consorzio Gupc: “A rischio 10mila posti di lavoro e miliardi di dollari”

L’improvvisa rottura delle trattative da parte dell’Autorità del Canale di Panama (Acp) per i lavori di ampliamento della grande opera centro-americana scuote il consorzio Gupc, del quale fa parte anche l’italiana Salini (-1,4% in Borsa a inizio pomeriggio): “Si avviano anni di arbitrati e contenziosi, impatto su 50mila persone”.

Panama, stop ai lavori. Il consorzio Gupc: “A rischio 10mila posti di lavoro e miliardi di dollari”

L’improvvisa rottura delle trattative da parte dell’Autorità del Canale di Panama (Acp) per i lavori di ampliamento della grande opera centro-americana a inizio pomeriggio non perturba più di tanto Salini Impregilo a Piazza Affari. Il gruppo italiano infatti, coinvolto nel progetto attraverso la partecipazione al consorzio Gupc (guidato dalla spagnola Sacyr), perde a inizio pomeriggio l’1,4% in Borsa, a 4,272 euro, dopo aver registrato perdite ben maggiori in mattinata, appena appresa la notizia dagli investitori.

La situazione resta, però, poco promettente. Secondo una stima del consorzio, in primo luogo c’è il rischio immediato di perdita di posti di lavoro per 10.000 lavoratori, con un impatto stimato su circa 40/50.000 persone, oltre all’impossibilità immediata di Gupc di pagare subappaltatori domestici e di altri paesi e “miliardi di dollari di perdite in termini di ricavi per Panama e conseguente impatto in termini di mancata crescita economica, generati dal ritardo nel completamento del Canale, che l’assicuratore Zurich ha stimato in almeno 3-5 anni in mancanza di un accordo”.

Inoltre, secondo i general contractor, si avviano “anni di arbitrato e contenziosi giudiziari che lasceranno un’ombra su Acp e sul Canale”, a cui si sommano impatti negativi in termini economici sui porti, sulle Autorità portuali e sulle imprese che a livello mondiale hanno fatto investimenti basandosi sulla previsione di espansione del Canale nel 2015.

“E’ evidente – spiega il consorzio in una nota esplicativa – che sia impossibile pretendere da aziende private il finanziamento di ben 1,6 miliardi dollari in costi di un progetto che doveva essere interamente finanziato da Acp. La stessa legge panamense applicabile richiede un corretto bilanciamento nella esecuzione del contratto”.

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