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Opificio Golinelli: mostra fotografica su come cambia Bologna

La mostra, che aprirà il 20 dicembre e si protrarrà fino al 4 febbraio, valorizza lo sforzo messo in campo da Fondazione Golinelli ed Alma Mater nel processo edilizio compiuto a Bologna nell’ultimo biennio: 36 immagini per raccontare tutti i cambiamenti

Opificio Golinelli: mostra fotografica su come cambia Bologna

Trentasei immagini per raccontare i cambiamenti di Bologna nella zona di città che guarda a nord-ovest, quella compresa tra i quartieri Borgo Panigale Reno e Navile. Ha inaugurato a Opificio Golinelli (via Paolo Nanni Costa, 14) la mostra fotografica Studium, ideata e progettata da Fondazione Golinelli, in collaborazione con l’Università di Bologna.

Le 18 fotografie di Giovanni Bortolani e le altrettante di Salvatore Mirabella illustrano l’itinerario edilizio compiuto nell’ultimo biennio dalle due istituzioni che si muovono nel campo della formazione, della ricerca e dell’innovazione. Cantieri impegnativi che hanno riguardato, da un lato, lo spostamento di un intero settore
didattico-scientifico dell’Alma Mater con il progetto del nuovo Polo Universitario di Chimica e Astronomia al quartiere Navile davanti al CNR e, dall’altro, il sorgere di Opificio Golinelli, arricchito recentissimamente dal Centro Arti e Scienze progettato dall’architetto Mario Cucinella, in via Paolo Nanni Costa.

La mostra, dunque, risponde all’esigenza di valorizzare lo sforzo messo in campo da Fondazione
Golinelli e Alma Mater e al contempo di porre nuove riflessioni su questo comparto di città che, come già annunciato, vedrà la nascita entro il 2018 dell’incubatore di Fondazione Golinelli e dell Competence Center di Industria 4.0. Opificio Golinelli getta così le fondamenta per diventare una vera e propria infrastruttura per la conoscenza e la cultura: in un anno, i lavori di ampliamento raggiungeranno i 14mila metri quadrati complessivi e le superfici utili coperte per le attività saranno di quasi 10mila. Obiettivo di Opificio Golinelli è diventare una città per la conoscenza e la cultura, un centro vocato in maniera integrata a educazione,
formazione, cultura, ricerca e impresa, prima e unica esperienza di tal genere in Italia e Europa.

“È indubbio che queste due realizzazioni siano destinate a incidere non solo sugli aspetti logistici e modali – indotti da una folla di centinaia di migliaia di studenti, professori, scolari e visitatori che annualmente ormai gravitano su questo quartiere e che è destinata a incrementarsi – ma sullo stesso profilo identitario di questo
comparto di città, qualificandolo potenzialmente come il Polo che più tende a caratterizzarsi nel segno dell’innovazione – spiega il presidente di Fondazione Golinelli, Andrea Zanotti – L’avvenuto insediamento del MAST in questa area strategica e la mano di architetti noti per la propensione e l’attenzione ai temi della
rigenerazione urbana, possono esseri interpretati come ulteriori indizi di un possibile disegno comune da amplificare e valorizzare. Nello stesso senso di marcia si colloca il compiuto spostamento di una
buona parte della Scuola di Ingegneria al Lazzaretto; e cospira a piazzare un altro tassello determinante in questo puzzle che si va formando il prossimo varo di un collegamento veloce tra stazione ferroviaria e aeroporto, il People mover.

È, a veder bene, una declinazione della ragione stessa per la quale l’Università di Bologna è nata; ed è, al contempo, la medesima ragione per la quale opera, in sinergia, Opificio Golinelli. Ed è una primogenitura che ha ancora larghi margini intellettuali di espansione e vasti spazi nei quali fare esercizio di futuro, primo fra tutti quello rappresentato dai Prati di Caprara”.

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