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Onu: via al vertice sul clima, ma Trump non c’è

Al Climate Action Summit i leader del mondo parlano di lotta al cambiamento climatico, ma il Presidente americano diserta la riunione – Salta anche il vertice con Rouhani

Onu: via al vertice sul clima, ma Trump non c’è

Lotta al cambiamento climatico, con la foresta Amazzonica in fiamme nel Brasile di Bolsonaro, e la crisi fra Stati Uniti ed Iran. Questi gli argomenti al centro della 74esima Assemblea generale delle Nazioni Unite che si aprirà ufficialmente martedì a New York. Il presidente americano, Donald Trump, ha rifiutato di partecipare al vertice sul clima, che si apre contestualmente all’assemblea oggi stesso (il Climate Action Summit).

Mancheranno anche Australia e Giappone, che non vogliono mettere in discussione la loro produzione di energia con il carbone.

Agli altri Paesi, invece, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto di prepararsi con dei piani specifici per la riduzione delle emissioni da implementare a breve.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, illustrerà l’agenda del governo, gli obiettivi nel medio e breve termine con cui l’Italia è in prima linea tra i paesi dell’Unione Europea sull’accordo di Parigi. E presenterà l’iniziativa su digitalizzazione ed efficienza energetica.

Sempre lunedì, in concomitanza con il vertice sul clima, Trump ospiterà un evento al Palazzo di Vetro sulla libertà religiosa, e come fa sapere la Casa Bianca “inviterà la comunità internazionale a prendere misure concrete per prevenire gli attacchi contro le persone sulla base della loro religione o del loro credo”.

L’assemblea con i capi di Stato e di governo di tutto il mondo riuniti nello stesso palazzo è anche l’occasione per abbassare la tensione su alcuni fronti problematici con incontri bilaterali.

Non ci sarà però quello più atteso, fra Trump e il presidente iraniano Hassan Rouhani. Quest’ultimo è sbarcato ieri negli Stati Uniti non senza difficoltà: gli Usa infatti non hanno concesso il visto ad alcuni uomini della sua scorta e ai giornalisti al seguito.

Dopo il bombardamento delle raffinerie saudite, l’Iran arriva per presentare un piano per riportare la pace nel Golfo Persico. Si chiamerà “Coalizione per la speranza”: un’iniziativa diplomatica che dovrebbe coinvolgere i paesi della regione. Non è ancora chiaro se miri a coinvolgere anche i grandi del mondo – Cina, Usa e Russia – o a cercare di limitare la loro influenza in un’aria vitale.

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