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Norme energetiche nell’edilizia: L’Italia viola il diritto comunitario

Secondo i giudici dell’unione europea nella legislazione italiana permangono elementi non conformi alle disposizioni comunitarie. La direttiva in questione risale al 2002, e viene ravvisato oggi come l’Italia non abbia provveduto ai dovuti aggiustamenti.

Norme energetiche nell’edilizia: L’Italia viola il diritto comunitario

La Corte Ue ha contestato oggi all’Italia di non aver recepito correttamente la direttiva del 2002 sul rendimento energetico nell’edilizia.
Questa obbliga gli Stati a provvedere che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario.
Gli Stati membri dovevano conformarsi alla suddetta direttiva entro il 4 gennaio 2006. Già la Commissione aveva considerato il recepimento non completo, ribadito oggi dalla Corte che ha constatato come la deroga contenuta nella legislazione italiana all’obbligo di consegnare un attestato relativo al rendimento energetico, in caso di locazione di un immobile ancora privo dello stesso al momento della firma del contratto, non rispetta la direttiva.
Inoltre, anche il sistema di autodichiarazione da parte del proprietario per gli edifici con un rendimento energetico assai basso, è in contrasto con le disposizioni del diritto comunitario.
Alla scadenza del termine impartito nel parere motivato complementare, l’Italia non aveva adottato i provvedimenti necessari.

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