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Nexi, ok a nozze con Nets: nasce colosso da 2,9 miliardi di ricavi

Il titolo sovraperforma a Piazza Affari dopo la firma dell’accordo vincolante con Nets – ll nuovo gruppo sarà controllato al 17% da Cdp, Hellman & Friedman al 16% – Paolo Bertoluzzo sarà il ceo della nuova entità

Nexi, ok a nozze con Nets: nasce colosso da 2,9 miliardi di ricavi

Gli occhi di Piazza Affari sono firmati su Nexi che dopo 14 giorni di trattative ha firmato un accordo vincolante per la fusione con Nets, gruppo danese dei pagamenti elettronici  attivo in 20 paesi e controllato da un consorzio di fondi di private equity. 

In apertura le azioni dell’azienda guidata da Paolo Bertoluzzo guadagnavano oltre il 3% a 15,23 euro, per poi assestarsi alle 10 a quota 15,03 euro (+2,18%). 

Scendendo nei dettagli dell’intesa, le nozze tra i due gruppi porteranno alla nascita di una realtà dei pagamenti con ricavi aggregati pro-forma 2020 pari a 2,9 miliardi, un ebitda di 1,5 miliardi e operating cash flow di 1,2 miliardi. Numeri che tengono conto delle sinergie previste, stimate in circa 170 milioni annui a regime a cui si aggiungerebbero 150 milioni annui di sinergie derivanti dalla combinazione tra Nexi e Sia. 

L’operazione è dovrà passare al vaglio dell’assemblea straordinaria che dovrà dare l’ok alla fusione nei primi tre mesi del 2021 tramite il meccanismo del cosiddetto “whitewash”.

L’integrazione tra le due società sarà realizzata interamente in azioni: gli azionisti di Nets riceveranno 406,6 milioni di nuove azioni Nexi equivalenti a una quotaziona azionaria pro-forma del 39% nella nuova entità Nexi-Nets e pari al 31% se si considera la combinazione Nexi-Nets-Sia. Le azioni di Nexi emesse a favore degli azionisti di Nets non saranno vendibili per due anni dopo il closing: l’accordo di lockup stabilisce che 1/3 di queste saranno sottoposte a lock-up per 6 mesi, 1/3 per 12 mesi, e il rimanente 1/3 per 24 mesi. 

L’operazione valuta Nets 7,8 miliardi in termini di enterprise value e stima un potenziale earn-out fino a 250 milioni da pagare con nuove azioni Nexi nel 2022, legato all’ebitda 2021.

Al closing della fusione con Nets, le quote nell’entità pro-forma saranno così ripartite: 

  • 21% Hellman & Friedman,
  • 13% Advent International & Bain Capital, 
  • 12% Mercury UK,
  • 6% Intesa Sanpaolo, 
  • 4% GIC Private Equity.

Il flottante sarà pari al 44%.

Una volta concluse sia le nozze con Nets che quelle con Sia (previste, queste ultime, entro il terzo trimestre 2021%, Cdp avrà in mano una quota nell’entità pro-forma pari al  17%, Hellman & Friedman al 16%, Advent International & Bain Capital al 10%, Mercury UK al 10%, Intesa Sanpaolo al 5%, GIC al 3% con un flottante pari a circa il 38%. Il nuovo gruppo resterà quotato su Borsa Italiana.

Passando alla governance del nuovo gruppo, Michaela Castelli, attuale Presidente di Nexi, sarà presidente anche del nuovo gruppo, mentre Paolo Bertoluzzo sarà group ceo. L’attuale amministratore delegato di Netes, Bo Nilsson, diventerà membro non-esecutivo del consiglio di amministrazione di Nexi e assumerà la carica di Presidente di Nets. Inoltre, Hellman & Friedman nominerà anche un altro membro del consiglio di amministrazione al completamento.

Nasce la PayTech leader a livello europeo con scala e competenze uniche per servire al meglio tutti i clienti del nuovo gruppo in Europa: dai cittadini agli esercenti, dalle banche partner alle aziende, dalla Pubblica Amministrazione alle istituzioni. Nexi avrà la possibilità di svilupparsi in un mercato quattro volte più grande di quello attuale e ancora sotto-penetrato e con tassi di crescita a doppia cifra”, ha commentato il ceo di Nexi, Paolo Bertoluzzo. 
“Siamo entusiasti di poter unire le nostre forze con quelle di Nexi – ha aggiunto il ceo di Nets, Bo Nilsson – con cui potremo insieme rappresentare un punto di riferimento per l’industria dei pagamenti e cogliere nuove opportunità di crescita in modo trasversale nel settore grazie alla nostra presenza in mercati strutturalmente attraenti come Germania, Austria e Svizzera, così come in un mercato in veloce crescita come la Polonia. La Danimarca e i paesi del Nord Europa rimangono aree di focus importanti per il gruppo, facendo leva sull’esperienza che Nets ha sviluppato nel servire una delle regioni d’Europa piu’ avanzate da un punto di vista digitale”.

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