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Nel terzo anniversario del fallimento di Lehman le banche centrali risvegliano le Borse

Con Asia e Wall Street anche l’Europa festeggia la decisione delle banche centrali di evitare altri rischi sistemici immettendo liquidità sui mercati – Oggi Geithner fa visita all’Ecofin in Polonia raccomandando di rafforzare il fondo salva Stati – John Mack lascia Morgan Stanley – Facebook in Borsa a fine 2012 – Un’offerta Alstom per AnsaldoBreda

Nel terzo anniversario del fallimento di Lehman le banche centrali risvegliano le Borse
UN BRINDISI DI LIQUIDITA’ NELL’ANNIVERSARIO LEHMAN
COSI’ LE BANCHE CENTRALI HANNO RISVEGLIATO LE BORSE

Mai più un’altra Lehman Brothers. Le banche centrali hanno scelto il terzo anniversario del default della banca Usa, decretato il 15 settembre 2008, per inviare un messaggio preciso ai mercati finanziari. Poco prima delle 16 di ieri (ore 10 a Wall Street) la Bce ha annunciato che, di concerto con le banche centrali britannica, giapponese e svizzera immetterà liquidità in dollari in tre occasioni diverse, il 12 ottobre, il 9 novembre e il 7 dicembre prossimo. La valuta, destinata alle banche europee che ne faranno richiesta, sarà garantita dalla Federal Reserve. Viene così scongiurato il rischio di una crisi di liquidità che si era fatto tangibile dopo la notizia che la Bce aveva dovuto fornire nelle scorse settimane in due occasioni dollari per oltre un miliardo a banche a corto di valuta Usa. In serata il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet ha sottolineato come la decisione dimostri «l’unità di intenti dei banchieri centrali» e ha messo in guardia da nuovi choc sistemici che possono venire dal settore non bancario, ossia dalla finanza più speculativa. La cooperazione tra le banche è un’ottima notizia per i mercati, che ora attendono gesti analoghi anche dalla politica. L’appuntamento è per stamane in Polonia, dove l’Ecofin accoglierà un ospite speciale: il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner. Nell’attesa, le Borse, finalmente, hanno brindato un po’ ovunque. 

TUTTA L’ASIA BRINDA AL TORO: TOKYO + 2,1%
DA SINGAPORE OK ALL’IPO DEL MANCHESTER UNITED

I mercati asiatici, da Tokyo a Shangai, hanno riprodotto fedelmente l’andamento dei listini americani ed europei. L’indice Nikkei 225 sale a Tokyo del 2%, fa ancor meglio l’Hang Seng di Hong Kong. Anche in Oriente a tirare la corsa sono stati i titoli del settore finanziario: Mitsubishi Financial è il miglior titolo con un balzo del 3,8%. Singapore, intanto, ha annunciato di aver dato il via libera in tempi record (la domanda era stata presentata il 18 agosto) all’Ipo del Manchester United. L’offerta, coordinata da JP Morgan e Morgan Stanley, prevede l’offerta di titoli, per due terzi azioni privilegiate con il diritto ad un dividendo doppio, per l’importo di un miliardo di dollari. 

BANCHE EUFORICHE ANCHE SULLE PIAZZE USA
WALL STREET SCOMMETTE SUL PROSSIMO FOMC

Le banche centrali hanno messo le ali anche a Wall Street: il Dow Jones ha chiuso la seduta a +1,66%, S&P sale dell’1,72%, il Nasdaq dell’1,34%. Anche sulla piazza americana, al pari che in Europa, la corsa è stata guidata dalle banche: JP Morgan e Bank of America hanno messo a segno un rialzo del 3,3% . L’ottimismo dei mercati Usa dopo l’intervento è legato anche alla speranza che il prossimo vertice del Fomc, in programma il prossimo 20-21 settembre, vari misure energiche a favore dell’economia Usa. E’ difficile, si fa notare, che la Fed allarghi il cordone della borsa a vantaggio dell’Europa trascurando la congiuntura Usa che, come emerge dai dati macro di ieri (aumento delle richieste di sussidio, frenata della produzione manifatturiera nell’area di New York eccetera) è ancora debole. Diversi economisti, tra cui Michael Feroli di JP Morgan, danno per scontato l’avvio dell’Operazione Twist”, ovvero acquisti sulla parte lunga della curva dei Bond (15 e 30 anni) con l’obiettivo di aumentare la duration media dei 2650 miliardi di Bond oggi in circolazione. 

LA MEDAGLIA D’ORO DEL RIALZO TOCCA A INTESA (+10,3%)
PER ANSALDO BREDA SPUNTA L’OFFERTA DI ALSTOM

La Grecia non sarà lasciata cadere in default e alle banche europee non mancheranno i fondi in dollari. Sono questi i motori che hanno spinto oggi in rialzo le Borse europee. Dopo l’annuncio dell’intervento delle banche centrali, i listini hanno acceso il turbo, trainate dalla forte crescita del settore bancario. Anche Piazza Affari è stata trascinata dal ritrovato entusiasmo: Il Ftse Mib ha terminato la seduta con un rialzo del 3,56% a 14.642 punti, mentre il Ftse All Share ha guadagnato il +3,18% a 15.488 punti. Numerosi i titoli bancari sospesi per eccesso di rialzo durante la giornata. Intesa Sanpaolo ha chiuso con un +10,27% a 1,052 euro, seguita da Unicredit (+6,90% a 0,755 euro) nella classifica dei migliori titoli del Ftse Mib. Bene anche Fiat (+5,17% a 4,106 euro), che ha seguito la buona intonazione del comparto auto europeo fin dall’avvio di seduta. In scia a Fiat si è mossa la controllante Exor (+4,93% a 15,31 euro). Seconda seduta consecutiva con marcato segno più per Stmicroelectronics, che ha archiviato la sessione in crescita del 4,26% a 4,998 euro. Qualche presa di beneficio è scattata su Finmeccanica (-0,38% a 5,24 euro), che ieri aveva messo a segno un rialzo superiore al 10 per cento. Intanto, spunta l’interesse di Alstom per AnsaldoBreda. 

GEITHNER: EUROPA, MOLTIPLICA LE RISORSE DEL FONDO
IL FALCO JURGEN STARK: COSI’ LA UE ANDRA’ A FONDO

Dopo i banchieri, tocca ai politici. L’occasione per misurare il grado di coesione dei ministri finanziari Ue prenderà il via tra poche ore. A Wroclaw, infatti, si terrà il vertice informale dell’Ecofin, ospite il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner. La sua non è una visita di semplice cortesia. Geithner, infatti, intende far pressioni sui governi dell’eurozona perché aumentino le risorse a disposizione del fondo Salva Stati per scongiurare il rischio default della Grecia e degli altri Piigs. Geithner, in particolare, consiglierà agli europei di imitare la strategia Usa utilizzata per fronteggiare l’emergenza dei mutui subprime: grazie al programma Talf, la Federal Reserve di New York fu in grado di mobilitare 200 miliardi di risorse con un effetto leva di 1 a dieci. La stessa logica, applicata ai 440 miliardi del fondo salva Stati, potrebbe fornire all’area euro i mezzi necessari per sostenere tutti i Paesi in difficoltà. Difficile prevedere l’eventuale successo della proposta Geithner. Di sicuro, i falchi tedeschi continueranno a dar battaglia, dentro e fuori la Bce. Ieri il membro dimissionario della banca, Juergen Stark, ha parlato per la prima volta dopo la sua uscita dal direttorio della Bce. “Nel breve termine – ha tra l’altro detto – certe operazioni di sostegno possono provocare un momentaneo effetto benefico sui Paesi malati. Ma, a lungo andare, questa politica rischia di mettere a repentaglio l’esistenza stessa della moneta e dell’unione europea”. 

INTANTO IN UBS UNA GRANA ATTENDE IL FALCO WEBER
SCOPERTO IL “BUCO” DI UN TRADER PER 2 MILIARDI

Una brutta grana, intanto, attende il leader riconosciuto dei falchi: Axel Weber, già governatore dela Bundesbank, in quella veste l’alternativa più pericolosa nei mesi scorsi alla candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Bce. Weber, a sorpresa, è stato scelto nei mesi scorsi per succedere a Kaspar Villiger alla presidenza di Ubs. In quella veste dovà occuparsi delle conseguenze delle gesta di Kweku Adoboli, un trader di 31 anni della sede londinese della banca di cui Weber fino a ieri ignorava perfino l’esistenza. Ma Adobolu, ghanese d’origine, brillante laureato in computer science all’università di Nottingham, è stato arrestato da Scotland Yard con l’accusa di aver provocato un buco di due miliardi con “operazioni illecite” all’insaputa della banca. Si ripete il copione del caso Kerviel che ha dato il via alle peripezie di Société Générale. Così, almeno, la pensano le Borse che ieri hanno punito Ubs con un calo del 9%. 

JOHN MACK LASCIA LA GUIDA DI MORGAN STANLEY
DAL 2009 LA CAPITALIZZAZIONE DA 70 A 31 MILIARDI

Esce di scena uno dei banchieri più potenti e famosi della finanza globale: John Mack, presidente di Morgan Stanley, uscito incolume dai disastri della crisi post Lehman Brothers, lascerà a fine anno la carica all’attuale ceo, James Gorman. Il bilancio di Mack, sesto figlio di un emigrato libanese, non è dei più esaltanti, se si guarda alla Borsa. Le azioni di Morgan Stanley hanno perduto il 40 per cento del loro valore dallo scorso primo gennaio. La capitalizzazione è pari a 31,4 miliardi di dollari contro i 70 miliardi di inizio 2009. 

EDISON, ACCORDO SUL RINVIO DEL PATTO
SI FA AVANTI IL LODOZUCCOLI. E INTESA

La prossima sarà una settimana calda per il riassetto di Edison: il cosiddetto Lodo Zuccoli sarà ufficialmente presentato ai consigli di gestione e di sorveglianza di A2A in vista del nuovo vertice, venerdì 23 settembre fra il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani e il numero uno di Edf Henri Proglio per discutere del riassetto di Foro Buonaparte. Intano ieri è stato ratificato in extremis dal cda di A2A l’accordo per rinviare la scadenza dei patti tra Delmi e la francese Edf. Il consiglio durato oltre tre ore ha affrontato le proposte sul tavolo: da un lato quella già nota che prevede Edf in maggioranza assoluta in Edison, i soci italiani in minoranza e lo spacchettamento di Edipower fra i vari azionisti. Dall’altro, sta emergendo anche quella del presidente del consiglio di gestione, Giuliano Zuccoli, con il consenso del ministero allo Sviluppo e la probabile regia di Intesa Sanpaolo (Corrado Passera ha incontrato a Palazzo Marino il sindaco di Milano Giuliano Pisapia), che prevede che Edison passi tutta ai francesi, ma che le 9 centrali di Edipower, di cui Edison ne controlla il 50%, diventino tutte italiane. 

CONTINUA LA LUNGA MARCIA DI CALTAGIRONE
LA QUOTA IN ACEA E’ SALITA DAL 15 AL 16%

Francesco Gaetano Caltagirone ha ritoccato la partecipazione in Acea al 16,05% dal precedente 15,02% dopo acquisti nel mese di agosto. Lo ha comunicato con una nota l’imprenditore romano elencando in una comunicazione di internal dealing gli acquisti fatti dal 2 al 30 agosto. Il controvalore complessivo degli acquisti è stato di 12 milioni di euro circa. 

FACEBOOK RINVIA DI UN ANNO LA QUOTAZIONE
DIPENDENTI “DISTRATTI” DAI PROSSIMI GUADAGNI

Bisognera’ aspettare ancora un po’ per la quotazione piu’ attesa dagli investitori americani. Contrariamente ai primi annunci, l’Ipo di Facebook, che potrebbe raccogliere oltre 66 miliardi di dollari, arrivera’ a fine 2012 e non nella primavera del prossimo anno. Secondo il Financial Times, il fondatore e amministratore delegato, Mark Zuckerberg, vuole lo staff concentrato sul prodotto e non sui possibili ricavi da un collocamento in Borsa. L’ipo, che sara’ una delle maggiori al mondo con Facebook valutata 66,5 miliardi di dollari, potrebbe avvenire – secondo quanto riporta il Financial Times citando alcune fonti – dopo il settembre 2012. ”Non hanno fretta. Non hanno bisogno di soldi ed e’ piu’ facile concentrarsi quando si e’ privati. Facebook sbarchera’ in Borsa quando e’ pronta, non prima” evidenzia Lise Buyer, consulente di Google nel processo di ipo.

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