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Mps vola, Mediaset scivola e Draghi rasserena i mercati

Altro rialzo stellare per Mps (+14%) mentre Mediaset paga lo scontro con Vivendi e perde il 3,39% mentre Draghi tranquillizza le Borse assicurando che la Bce non alzerà i tassi e che almeno fino a marzo manterrà la sua politica monetaria espansiva – Piazza Affari guadagna lo 0,57% – Buone performance di Leonardo, Intesa, Ubi e Fineco – Vendite su Stm, Moncler, Campari e Prysmian.

Oggi Europa in ascolto della Bce: prima della conferenza stampa di Mario Draghi i listini vivono una fase di attesa; al momento clou sbandano; poi tirano un sospiro di sollievo e infine chiudono tutti sopra la parità, a parte Londra ferma a zero. Nessun cambiamento di rotta arriva da Eurotower sui tassi e sul Qe, se ne riparlerà a dicembre e a fine giornata Milano segna +0,57%; Madrid +1,24%; Francoforte +0,52%; Parigi +0,44%.

Più altalenante Wall Street, che dopo i primi scambi scivola in territorio negativo. Più delle parole del governatore europeo pesa il prezzo del petrolio: al Nymex il contratto a novembre segna un -1,94% a 50,6 dollari al barile.

Mattatore di Piazza Affari anche oggi è il Monte dei Paschi, che recupera quasi il 14%, rosicchiando frazioni di centesimi e superando i 23 centesimi per azione. L’istituto senese trascina con sé l’indice del FtseMib, dove anche Leonardo-Finmeccanica mette a segno un +3,58% nel giorno dell’annuncio dell’operazione Avio, che porterà l’azienda a raddoppiare la partecipazione nella società dello spazio e a diventarne la prima socia attraverso un impegno finanziario di 43 milioni. 

Sale il titolo A2a (+0,79%), dopo la notizia dell’acquisto del 75% del pacchetto azionario di Consul System. L’operazione è stata perfezionata dalla ESCo certificata del gruppo A2a (A2a Calore e Servizi), per un valore di circa 21 milioni di euro (Enterprise Value relativo al 100%). L’accordo prevede una struttura di put&call per l’acquisizione della residua quota del 25%.

Giornata positiva per Unicredit (+0,63%) dopo la vendita di crediti in sofferenza per 940 milioni lordi al gruppo finanziario Kruk Group, società di recupero crediti attiva in diversi Paesi europei.

Profondo rosso invece per Mediaset, -3,39%, che risente ancora gli effetti del duro comunicato di ieri di Vivendi, in cui si ribadisce: “che il business plan di Mediaset Premium che è stato presentato, e che prevede il raggiungimento dell’equilibrio operativo nel 2018, si basa su ipotesi non realistiche”. Una composizione amichevole della questione sembra sempre più lontana.

Il Btp Italia intanto chiude il collocamento della decima emissione a 5,22 miliardi, accogliendo il 90,3% della domanda istituzionale. Per il nuovo titolo il tasso cedolare (reale) annuo definitivo è pari allo 0,35% e viene pagato in due cedole semestrali.

Un ritorno apparentemente modesto, ma d’altra parte la politica monetaria europea non sembra orientata al cambiamento in temi rapidi. Il consiglio direttivo della Bce che si è riunito oggi sul punto è esplicito: “Continua ad attendersi che i tassi di interesse di riferimento della Banca si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”. La banca europea ha deciso di mantenere i tassi invariati, al minimo storico e l’attuale QE, almeno fino a marzo 2017 e anche oltre, finché l’inflazione non si riporterà agli obiettivi prefissati. 

“Rimaniamo impegnati a difendere un livello molto alto di politica monetaria accomodante” dice il governatore. Oggi di Qe non si è parlato e solo a dicembre la questione sarà presa in esame. Anche perché le prospettive economiche del continente non sembrano incoraggianti: “Sono soggette a rischi al ribasso e i dati suggeriscono una crescita del terzo trimestre simile a quella del secondo”. Oltretutto i tassi attuali funzionano: hanno generato un’inflazione aggiuntiva dell‘1,4% e una crescita aggiuntiva dell‘1,3%. 

In giornata anche la Business Europe (confindustria europea) fa sapere che la ripresa nel vecchio continente continua, ma che l’anno prossimo rallenterà. 

I dati macroeconomici scaldano ancora meno New York: negli Usa le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione arrivano a 260mila (+13mila) e sono peggio del previsto; mentre l’indice manifatturiero calcolato dalla Fed di Philadelphia cala a 9,7%, in misura superiore al previsto.

Luci e ombre nelle trimestrali: numeri migliori delle previsioni per American Express e il titolo schizza su; peggiori per eBay e il titolo scivola giù; Verizon supera le stime per gli utili, non per il fatturato; la prima compagnia aerea degli Usa per traffico, American Airlines, non decolla benché i conti siano migliori delle previsioni. Fortuna che ci sono le bambine che ancora amano le bambole: Mattel chiude una trimestrale in crescita grazie alle vendite di Barbie, che salgono del 17%, continuando un trend positivo iniziato nei tre mesi precedenti.

Euro poco mosso dopo le parole di Draghi: sotto la soglia 1,10 dollari a 1,0975; in lieve rialzo sulla sterlina a 0,89547.

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