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Mps, Telecom ed Eni limitano il rosso di Piazza Affari

Borse ancora molto volatili: Piazza Affari chiude in leggero ribasso (-0,07%) per effetto delle perdite dei titoli bancari, tranne Mps che recupera oltre il 4% – Bene anche i petroliferi, Telecom Italia e Mediaset – Crolla Azimut – Il FtseMib resta sotto quota 18mila punti base.

Si esaurisce a fine seduta il rimbalzo dei listini che in Europa chiudono contrastati: il Ftse Mib scivola sotto la pari -0,07% rimanendo sotto i 18mila punti, Parigi -0,11% mentre Francoforte sale dello 0,24% e Londra si ferma attorno alla parità +0,09%. Lo spread Btp-Bund chiude ancora in rialzo a 140 punti base e rendimento all’1,57%.

A Wall Street gli indici si muovono prudenti in territorio positivo: il Dow Jones sale dello 0,31%. Il prezzo del petrolio è in rialzo con il Wti che sale del 3,11% a 45,14 dollari al barile in scia alle interruzioni alla produzione per un incendio in Canada e in Libia, dove le violenze sono in aumento. Il cambio euro dollaro si attesta a 1,14059 in calo dello 0,69%. Sul fronte macroeconomico, le nuove richieste di sussidi iniziali di disoccupazione sono cresciute a 274mila, più delle attese. In agenda domani la pubblicazione sui dati complessi della disoccupazione.

A Piazza Affari Mps +4,03% è il miglior titolo nel giorno dell’approvazione dei conti. Sul tavolo il dossier sofferenze e il ricorso ad una piattaforma apposita in collaborazione di Mediobanca.

Secondo miglior titolo è Telecom Italia +2,96% sull’onda dei buoni risultati di British Telecom, seguito da Mediaset +2,55% dopo i risultati migliori delle attese della controllata Mediaset Espana. Sostenute dal prezzo del petrolio si mettono in evidenza Tenaris +2,47% ed Eni +1,94% che ha sostituito Total nella European Focus List.

In fondo al Ftse Mib banche e risparmio gestito: Azimut -5,44% che ha pagato per i risultati sotto le attese del primo trimestre 2016, Banco Popolare -4,89%, Ubi Banca -4,12%, Anima -3,53% e Mediobanca -3,31%. L’attenzione sul fronte bancario è concentrata sull’assemblea di Veneto Banca. L’ad Carrus: andiamo in borsa perché siamo gravemente malati. Le previsioni sull’andamento di Veneto Banca nel 2016 non possono essere comunicate oggi ai soci “perché entreranno tra 15 giorni nel prospetto informativo” ha aggiunto. La Consob ha chiesto la convocazione del cda entro una settimana. Intesa, garante dell’aumento di capitale, cede l’1,94%. Unicredit cede l’1,42%. Martedì sono attesti i risultati del trimestre.

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