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Moncler trascina il lusso ma il Ftse Mib scivola sotto quota 23 mila

La conferma di contatti in corso con Kering dà sprint al titolo Moncler che trascina anche Ferragamo -La Roma vola (+16,5%) – Ma Piazza Affari subisce la debolezza delle Borse internazionali e l’indice Ftse Mib scende sotto la soglia psicologica dei 23 mila punti base

Moncler trascina il lusso ma il Ftse Mib scivola sotto quota 23 mila

Chiusura debole per i listini europei, che subiscono nel pomeriggio il nervosismo di Wall Street, mentre da Washington rimbalza la notizia che Donald Trump sarà messo in stato di accusa. Lo ha detto la speaker della Camera, Nancy Pelosi, dando disco verde alla redazione degli articoli di impeachment.

In Europa Francoforte perde lo 0,62%; Londra -0,71%, nonostante il balzo di Aston Martin (+18,2%) in scia all’ipotesi che il tycoon della Formula 1 Lawrence Stroll voglia prenderne il controllo; Madrid -0,29%. Parigi azzera i guadagni della mattina e si ferma piatta, nel giorno dello sciopero generale contro la riforma delle pensioni del governo Macron, anche se tengono l’argine i titoli del lusso. Lo stesso avviene a Milano, ma Piazza Affari, dopo una mattina positiva, alla fine cede lo 0,28%, e scende sotto i 23mila punti (22.969). Al centro dell’attenzione e degli acquisti è stata Moncler, +6,52%, dopo le indiscrezioni su un possibile interesse da parte del gruppo francese Kering (+0,35% sul Cac 20). Remo Ruffini, ad e primo azionista della regina dei piumini, non conferma e non smentisce. Moncler, dice, “periodicamente intrattiene contatti e interloquisce con investitori e altri operatori del settore, tra cui il gruppo Kering, su potenziali opportunità strategiche per promuovere ulteriormente lo sviluppo” dell’azienda, “senza che, allo stato, vi sia alcuna ipotesi concreta allo studio”. 

I movimenti nel settore mettono le ali a Ferragamo, +7,38%, che chiude così in maglia rosa. Acquisti su Prysmian +1,76% e Leonardo, +1,5%. Quest’ultima si mantiene intonata, dopo l’annuncio nei giorni scorsi di nuovi contratti e con il giudizio degli analisti di Bank of America. Oggi il titolo beneficia del miglioramento a “positivo” dell’outlook sul rating “BB+” da parte di S&P.

Le banche sono contrastate: sale Bper +0,52%, perdono Banco Bpm -1,44%, Ubi -1,26%, Unicredit -1,34%. Nel complesso però incassano la promozione di Fitch, dopo quella di Moody’s. L’agenzia di rating ha rivisto al rialzo l’outlook del settore italiano, portandolo a stabile da negativo, livello su cui viaggiava ormai dal 2017.

In fondo al listino Poste -1,81%. Vendite su Amplifon -1,44% e Buzzi -1,66%.

Fca è negativa, -0,85%, ma non crolla dopo la contestazione da parte dell’agenzia italiana delle entrate, per aver sottostimato le attività americane di Chrysler per 5,1 miliardi di euro quando le acquistò nel 2014. Il debito con le tasse ammonterebbe a circa 1,35 miliardi di euro. Il contenzioso era stato segnalato nell’ultima relazione trimestrale del Lingotto. Psa, con cui Fca sta preparando la fusione, ne è conoscenza e, secondo fonti vicine al dossier citate da Bloomberg, non si aspetta che ciò danneggi o ritardi l’operazione. 

Fuori dal listino principale sono andati a ruba i titoli della Roma, +16,48%. A fare da volano sarebbero state, fra l’altro, le indiscrezioni di stampa su una stretta finale fra il presidente, James Pallotta, e il gruppo Usa Friedkin per il closing del passaggio di proprietà del club giallorosso.

Sul secondario si surriscalda lo spread fra decennale italiano e tedesco, che sale a 166 punti base, con il rendimento del Btp che balza a 1,37%. Fitch migliora però le previsioni sulla crescita, che resta bassa +0,2%, ma meglio di niente come stimato in precedenza. A indurre la correzione è l’andamento del terzo trimestre, “migliore delle attese”. 

L’euro dollaro pende in favore della moneta unica, che scambia a 1,11. L’oro si muove progresso dello 0,3% e vale al momento 1484,65 dollari. Il petrolio attende con ottimismo le decisione dell’Opec. Il Brent sale a 63,45 dollari al barile (+0,7%) dopo il rally di ieri, 

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